L’impatto del surriscaldamento globale sul Mediterraneo
L’analisi del meteorologo Andrea Giuliacci
Un Mar Mediterraneo più acido, meno fertile e meno ossigenato. Questi potrebbero essere gli effetti del cambiamento climatico. L'Istituto Nazionale di Oceanografica ha simulato per la prima volta scenari con dati ad alta risoluzione. La ricerca valuta l’impatto dei cambiamenti climatici sugli ecosistemi marini tra la metà e la fine del 21° secolo utilizzando proiezioni ad alta risoluzione dello stato fisico e biogeochimico del bacino. Le due simulazioni confermano ed espandono i risultati già prodotti negli anni scorsi e prospettano un Mediterraneo che diventerà più caldo e caratterizzato da un calo generale del contenuto di nutrienti e ossigeno negli strati superficiali e intermedi del bacino. Inoltre, a causa dell’assorbimento di CO2 dall’atmosfera, la colonna d’acqua diventerà più acida, in linea con le proiezioni su scala globale. Ma gli effetti devastanti del surriscaldamento del Mediterraneo li stiamo già vivendo oggi.
“ Un Mediterraneo troppo caldo è un vero problema per l’Italia perché quando la superficie del mare è più calda riesce a trasferire all’atmosfera maggiori quantità di calore e di vapore. Ecco allora che le perturbazioni che incominciano ad attraversare con frequenza il Mediterraneo si caricano di più energia e sono quindi più intense, raccolgono più vapore da trasformare poi in pioggia. Questo è il motivo per cui le perturbazioni stanno diventando più violente e sempre più spesso portano sul nostro territorio violenti nubifragi” spiega il Meteorologo Andrea Giuliacci.
Un surriscaldamento in continua crescita, nell'estate appena trascorsa si è registrato un altro record.
“Anche il Mediterraneo si sta rapidamente riscaldando e l’estate 2022 per i nostri mari è stata davvero eccezionale, la più calda di sempre. Per 43 giorni consecutivi la temperatura superficiale media del Mediterraneo ha oltrepassato i 27 gradi” continua il meteorologo.
Quello del surriscaldamento non è però l'unico problema dei mari. A livello globale, a causa dello scioglimento dei ghiacciai, c'è un altro dato che fa scattare l'allarme.
“A causa di temperature via via sempre più alte i ghiacciai del nostro Pianeta stanno rapidamente scomparendo. La calotta polare artica, il ghiaccio presente al Polo Nord, si sta rimpicciolendo sempre più velocemente: ogni anno la calotta polare artica perde circa 38.000 chilometri quadrati di ghiaccio. In pratica ogni anno scompare una fetta di ghiaccio grande più o meno due volte la Puglia. Anche i ghiacciai italiani stanno soffrendo: in poco più di 50 anni abbiamo perso circa il 30% del ghiaccio presente sulle nostre montagne" spiega il meteorologo Andrea Giuliacci.
La Terra continua ma mandare segnali. È giunto il momento di prendere seri provvedimenti.
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