Per fronteggiare la crisi energetica l'Italia, in un documento non ufficiale firmato anche da Polonia, Grecia e Belgio, ha proposto un "price cap dinamico", da applicare in uno scenario in cui non c'è assenza di forniture e c'è uno scambio di domanda e offerta di gas. Nel documento si parla di "corridoio dinamico": "E' possibile - si legge - stabilire un valore centrale per questo corridoio e rivederlo regolarmente, tenendo conto di parametri di riferimento esterni e consentendo fluttuazioni intorno al valore centrale".
Il "non paper" contenente la proposta è stato fatto circolare negli uffici delle istituzioni europee, è stato inviato alla Commissione e sarà anche tra le proposte oggetto di dibattito tra i Paesi membri. Nel documento si prevede che l'applicazione di questo "corridoio dinamico" al prezzo del gas abbia un "un valore centrale che rappresenterebbe un limite massimo che può essere posto a un hub di riferimento (come il Ttf) o può essere posto su più hub (Peg, Psv, Zee, per evitare l'arbitraggio), o meglio puo' coprire tutte le transazioni (sia in borsa che Otc)".
Inoltre, si legge nel documento, "sarebbero possibili fluttuazioni intorno al valore centrale per fornire segnali di prezzo per lo spostamento del gas attraverso gli Stati membri, nel caso in cui più hub raggiungano il tetto massimo".
Sul tema il commissario europeo all'Economia, Paolo Gentiloni, ha spiegato: "L'idea di un price cap bloccato può avere delle controindicazioni nel senso che l'andamento dei mercati, il trattamento verso i Paesi (perché è chiaro che l'atteggiamento verso la Russia non può essere lo stesso che quello verso la Norvegia o l'Algeria), richiedono uno strumento abbastanza sofisticato, un price cap dinamico potrebbe andare incontro a questa necessità".