La Corea del Nord ha lanciato due nuovi missili balistici a corto raggio verso il Mar del Giappone. Secondo Pyongyang il test, effettuato dalla zona di Samsok, rappresenta "una misura di ritorsione" contro le esercitazioni militari congiunte di Stati Uniti e Corea del Sud, che "stanno aumentando le tensioni militari nella penisola coreana". Non si è fatta attendere la replica dell’ambasciatrice americana all'Onu, Linda Thomas-Greenfield: "Il nostro messaggio alla Corea del Nord è di dire basta con questo atteggiamento sconsiderato e provocatorio che porta all'esclation. Si torni al dialogo".
I nuovi lanci nordcoreani seguono il test di martedì di un missile balistico a raggio intermedio che ha sorvolato il Giappone. Lo Stato Maggiore sudcoreano ha rafforzato il monitoraggio e la sorveglianza e "mantiene la massima prontezza in coordinamento con gli Stati Uniti".
Usa: "Nessuna minaccia per gli alleati" - I lanci di missili da parte di Pyongyang non hanno posto una minaccia immediata agli alleati. Lo afferma il commando americano indo-pacifico, sottolineando che i test balistici "mettono in evidenza l'impatto destabilizzante del programma di missili balistici della Corea del Nord. L'impegno americano a difesa della Corea del Sud e del Giappone resta ferreo".
"Ritorno della portaerei Usa è una grave minaccia" - Pyongyang ha anche condannato gli Stati Uniti per aver deciso di far ritornare la portaerei Us Ronald Reagan nelle acque a est della Corea del Sud, ritenendo la mossa una "grave minaccia alla stabilità della regione". La portaerei a propulsione nucleare aveva lasciato la penisola coreana dopo aver completato circa una settimana fa le esercitazioni navali congiunte tra Usa e Corea del Sud che, in un secondo momento, avevano coinvolto anche il Giappone: si era trattato di operazioni tenute su vasta scala per la prima volta in cinque anni.
La Corea del Nord ha anche criticato gli Stati Uniti e "i Paesi che la pensano allo stesso modo" per il loro tentativo di punire Pyongyang e le sue "misure di contrasto" attraverso il Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Il Consiglio di 15 membri, di cui 5 permanenti tra cui Usa, Cina e Russia, ha tenuto una sessione di emergenza mercoledì per discutere la vicenda dell'ultima provocazione del Nord, senza però raggiungere un consenso, come del resto prevedibile, per le resistenze di Pechino e Mosca. Invece, Usa, Corea del Sud, Giappone e alcuni altri membri occidentali del Consiglio hanno rilasciato una dichiarazione di condanna dell'operato del Nord.