"Everything Everywhere All at Once", al cinema un travolgente e folle viaggio nel multiverso
Nelle sale italiane sbarca dal 6 ottobre il film fenomeno campione di incassi negli Usa. Tgcom24 vi offre una clip esclusiva
"Everything Everywhere All at Once" arriva finalmente nei cinema italiani, dal 6 ottobre, dopo essere stato una vera sorpresa al botteghino americano, accompagnato dall'entusiasmo della critica. Tanta è quindi la curiosità di scoprire il film firmato dai Daniels, che come suggerisce il titolo, è multistrato, anzi multiverso, allo stesso tempo avvolgente, isterico, divertente e romantico, fondendo insieme commedia, dramma familiare, arti marziali. Una pellicola che racconta una storia universale passando per tutte le dimensioni possibili del tempo, dello spazio e dell’essere, con le icone del cinema Michelle Yeoh ("La Tigre e il Dragone") e Jamie Lee Curtis ("Una poltrona per due"). Tgcom24 vi offre una clip esclusiva.
Evelyn Wang (Michelle Yeoh) gestisce una piccola lavanderia a gettoni, ha una figlia adolescente che non capisce più, un padre rintronato e un matrimonio agli sgoccioli. Un controllo fiscale di routine diventa inaspettatamente la porta attraverso cui Evelyn viene trascinata in una avvincente e coloratissima avventura nel multiverso più innovativo e divertente mai visto al cinema. Chiamata a salvare il destino degli universi, dovrà attingere a tutto il suo coraggio per sconfiggere un nemico all'apparenza inarrestabile e riportare l’armonia nella sua famiglia.
Interpretato dalla camaleontica Michelle Yeoh, "Everything Everywhere All at Once" vede nel cast Ke Huy Quan, icona del cinema degli anni Ottanta nel ruolo del giovane inventore Data de "I Goonies", nonché compagno di avventure di Harrison Ford in "Indiana Jones e il tempio maledetto" che con questo film torna sul grande schermo dopo 38 anni, James Hong (il perfido Lo Pan di "Grosso Guaio a Chinatown"), Stephanie Hsu ("Shang-Chi and the Legend of the Ten Rings") e Jamie Lee Curtis, Leone d'Oro alla carriera a Venezia 78, nei panni della spietata impiegata dell’ufficio imposte Deirdre Beaubeirdre.
"Ci sono l’elemento familiare, quello fantascientifico e quello filosofico", afferma Daniel Scheinert, metà dei Daniels. Oppure si potrebbe dire che è un film sul kung-fu ambientato in vari universi multidimensionali con al centro Michelle Yeoh nei panni dell'eroina reticente. Il film parla anche del gap generazionale, di internet e del terrore latente che accompagna la vita nell'età moderna.
La protagonista di "Everything Everywhere All at Once" viene proiettata nel mondo metafisico del "salto tra universi", passando bruscamente dalla banalità e la monotonia di un’agenzia governativa allo sfarzoso nascondiglio del cattivissimo e distruttivo Jobu Tupaki, dalle luci abbaglianti dei red carpet di Hong Kong a un canyon deserto in cui delle rocce senzienti si confidano l’una con l’altra. Ma questo senso di immaginazione squilibrata, di caos senza fine, ha lo scopo di trasformare l’universale, o multiversale, in qualcosa di intimo: un'onesta meditazione sul vedere veramente le persone intorno a noi in tempi in cui ci sembra che tutto stia per sgretolarsi da un momento all'altro.
"L’idea principale che ci ha fatto progredire e che ci è sembrata una metafora di ciò che sta accadendo ora nella società è il sovraccarico cognitivo, la forzatura che ne deriva", spiega l'altro regista Daniel Kwan. "Si dice che ‘l'affaticamento da compassione’ sia cominciato con il Covid, ma credo che esistesse già da prima, abbiamo talmente tante cose di cui preoccuparci che abbiamo perso tutti il filo. La pandemia è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e ha reso questo un film sulla compassione nel caos".
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