Bono torna sui palchi, ma senza gli U2. Nessuna crisi con il gruppo o progetto parallelo per il cantante. Bono ha annunciato un minitour mondiale per promuovere la sua autobiografia intitolata "Surrender: 40 Songs, One Story", in uscita il 1° novembre. “Quando ho iniziato a scrivere questo libro, speravo di entrare nel dettaglio di ciò che, in precedenza, avevo solo abbozzato nelle canzoni. Le persone, i luoghi e le possibilità della mia vita", ha spiegato il frontman della band irlandese. Il titolo del libro fa riferimento ai 40 capitoli che compongono il libro, ognuno dei quali prende il nome da una canzone degli U2, accompagnati da altrettanti disegni che la stessa star ha creato. Come ha spiegato lo stessa star, nelle 14 date proporrà "un po’ di storie da cantare e un po’ di canzoni da raccontare".
La tournée letteraria di Bono si snoderà lungo 14 città. La partenza è fissata da New York il 2 di novembre, per poi toccare, tra le altre, Boston, Toronto, Los Angeles e successivamente spostarsi in Europa il 16 novembre a Londra e terminare il 28 dello stesso mese a Madrid, toccando anche Germania e Francia, con tappa obbligatoria ovviamente a Dublino. A proposito del suo ritorno sul palco il cantante 62enne ha spiegato: "Mi manca stare sul palco, e mi manca la vicinanza del pubblico degli U2. In questi show ci saranno un po’ di storie da cantare e un po' di canzoni da raccontare. Voglio divertirmi un po' presentando la mia autobiografia, 'Surrender’' che più che altro è una biografia corale, se penso a tutte le persone che mi hanno aiutato a essere qui". A inizio anno In un'intervista, il leader degli U2 aveva rilasciato dichiarazioni shock sulla sua band, facendo pensare a una sua crisi artistiva.
LA MUSICA E LA MORTE DELLA MADRE - Nell'autobiografia, Bono racconta che la sua introduzione alla musica è arrivata grazie al fratello Norman, di otto anni più grande: "Mi ha dato la sua chitarra, e con il suo aiuto ho imparato 'Blowin in the Wind' di Bob Dylan e 'I Want To Hold Your Hand' dei Beatles". "Surrender" ripercorre la giovinezza e gli esordi nella musica del cantante, ritornando ai suoi primi anni a Dublino. Non mancano pagine tragiche e commoventi, come il ricordo della morte della madre quando aveva solo 14 anni: "Tutto è cominciato con quell’evento, la morte di mia madre". "Nella mia mente è diventata un’opera sull’assenza di una donna di nome Iris. La musica arriva per smuovere il silenzio che avvolge una casa e i tre uomini che la abitano, di cui uno è solo un ragazzino". Da quel momento ha preso il via la trasformazione di Paul Hewson in Bono Vox, una delle più grandi rockstar del mondo.
IL TITOLO - Bono aveva spiegato che ha scelto "Surrender" come titolo in quanto l'atto di arrendersi non era per lui un concetto naturale nell'Irlanda degli anni 70: "‘Arrendersi' è una parola carica di significato per me. Cresciuto in Irlanda negli anni Settanta con i pugni alzati (musicalmente parlando), questo non era un concetto per me naturale. Sono ancora alle prese con questo 'comando' umiliante. Nella band, nel mio matrimonio, nella mia fede, nella mia vita da attivista, sono ancora alle prese con questo atto di umiltà. Surrender è la storia della mancanza di progresso di un pellegrino... Con una buona dose di divertimento lungo il percorso”.