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Federalberghi: subito misure su bollette o altri chiuderanno 

Dopo la chiusura della catena di alberghi nel Salento a causa del caro-energia, arriva l'appello del presidente Bernabò Bocca al prossimo governo: "Un intervento come per il Covid"

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Dopo la chiusura di una catena di alberghi nel Salento a causa del caro bollette, arriva l'appello del presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca: "Non sarà l'unico caso, nel prossimo mese ne vedremo tanti altri, la situazione per il nostro settore è drammatica e non possiamo permetterci di aspettare il 2024". Bocca ha quindi spiegato che "serve un intervento subito. Per il governo che si andrà ad insediare, ma anche per quello ancora in carica: trovare una soluzione per il costo dell'approvvigionamento energetico deve essere una assoluta priorità. Ci deve essere un intervento come per il Covid".

Il costo delle bollette, fa notare Bocca, "è sei volte quello del 2019". Per questo, spiega l'imprenditore, c'è la convinzione che altre chiusure siano purtroppo imminenti: "Finita l'alta stagione e finiti i mesi in cui i fatturati potevano coprire le spese, saranno in tanti a non farcela più".

Bocca fa l'esempio del suo gruppo, Sina Hotels: "Spendiamo 100mila euro al mese per ogni albergo, in pratica ci bruciamo le entrate di quest'anno con gli extra costi energetici da luglio a fine anno".

Da qui la protesta e l'appello: "Non si può chiedere alle aziende di lavorare in perdita e non si può dire che bisogna avere pazienza, perché nel 2024 saremo autonomi, a quella data bisogna arrivarci e per un'azienda non è facile". Serve un intervento politico, insiste Bocca, e serve un intervento europeo come è stato per la pandemia da Covid. "Altrimenti in Italia rischiamo di avere in piazza un milione di disoccupati perché le aziende costrette a chiudere saranno tante".

Quanto incidono, settore per settore, gli aumenti delle bollette

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L'Italia, conclude Bocca, "è l'anello debole della catena, i tedeschi hanno avuto il super investimento del governo, i francesi hanno il nucleare e noi rimaniamo con il cerino in mano, anche perché non possiamo sapere quando finirà questa crisi. Non è possibile che sia così: la politica intervenga e lo faccia subito".

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