Stop a caminetti e stufe a legna in Emilia Romagna, ma le limitazioni non riguardano Rimini. Il sindaco Jamil Sadegholvaad ha scelto di soprassedere alle misure anti-smog della Regione per migliorare la qualità dell'aria: le limitazioni, infatti, rischierebbero di gravare troppo sulle tasche dei cittadini dati i super rincari attesi sulle bollette del gas.
La vicenda - Jamil Sadegholvaad, primo cittadino di Rimini, si sarà posto questa domanda: ridurre l'inquinamento o contrastare il caro energia? La seconda. Via libera, dunque, a camini aperti, caminetti, stufe a legna o pellet fino a classe 2 (che il piano vieta per i territori sotto i 300 metri di altitudine).
Come chiarisce nell'ordinanza: "Sarà solo per quest’anno. In questo momento non posso non tenere conto della vera e propria emergenza energetica, con il caro bollette che si sta abbattendo come una mannaia sulle spese e sulle condizioni di vita delle famiglie, e che ancor più si abbatterà nelle prossime settimane".
Il Comune conferma le limitazioni alla circolazione stradale previste dal Piano aria integrato regionale (Pair 2020) e dal nuovo accordo di bacino Padano, con annessa stretta emergenziale in caso di sforamento previsto dei livelli inquinanti.
L'estensione della sospensione - Il sindaco di Rimini ha chiesto, inoltre, di valutare l'estensione della sospensione del divieto di accendere stufe e camini al resto della Regione, guidata dal collega del Pd, Stefano Bonaccini.
Sul tema l'Emilia-Romagna non è insensibile: insieme alle altre amministrazioni del bacino Padano - Veneto, Lombardia, Piemonte - ha spinto per un confronto col governo proprio per affrontare il tema delle misure antismog in considerazione del contesto di crisi in cui vivono i cittadini. Gli assessori all’ambiente hanno manifestato la necessità di equilibrare esigenze di natura ambientale (il miglioramento della qualità dell'aria) con quelle economico-sociali, in un momento di difficoltà grave per famiglie, enti e imprese.