Mondo Marcio (all'anagrafe Gian Marco Marcello) torna con il suo nuovo progetto discografico, un album dall'emblematico titolo, "Magico", molto intimo e introspettivo, ma al tempo stesso "sociale" e che mette in luce le nuove ingiustizie della società, che spesso soffoca e demolisce i sogni sbattendo in faccia una realtà fatta di luci e ombre.
Il disco, disponibile sia in formato digitale che fisico, esce il 7 settembre e include i featuring con Arisa, Caffellatte, Gemitaiz eNyv e la straordinaria partecipazione di Saturnino.
"Magico", album puramente e squisitamente rap, riporta sulla scena l'artista, 36enne, icona dell’hip hop italiano, primo rapper ad essere messo sotto contratto da una major nel 2006 con "Solo un uomo". Tgcom24 lo ha intervistato per farsi raccontare un po' della magia di questo nuovo lavoro.
A distanza di tre anni da "Uomo", come è nato "Magico" e come hai lavorato nel lungo periodo di lockdown?
Mi ci sono voluti un paio di anni abbondanti per mettere insieme le idee. Quando faccio un album devo aver vissuto, per aver qualcosa da dire. Nel periodo del lockdown ho lavorato su di me. Tanta introspezione obbligata in un certo modo perché ho dovuto affrontare alcuni aspetti di me e nel disco c'è tanto di tutto questo. Negli ultimi due anni ho affrontato una depressione, ho preso degli psicofarmaci per la prima volta nella mia vita e ho vissuto con ansia l'incertezza quotidiana. Sono temi scomodi, lo so, ma ne volevo parlare perché era un tirare fuori scheletri dall'armadio per me, ma sento anche che sono problemi in comune con molta altra gente. C'è il caos generale intorno a me, viviamo in un periodo di grande incertezza...
Qualche anno fa, riferendoti al brano "Top five" in "Uomo" e alla frase "chi ci sarà dopo di te" avevi detto: "Quando farò una nuova vita, farò anche un nuovo disco... Il nuovo disco c'è, la nuova vita?
La seconda vita c'è a tutti gli effetti perché questi due anni e le mie vicende personali mi hanno ucciso, ma poi sono rinato dalle ceneri mi sono ricostruito, mi sono rialzato e ho cercato di ricostruirmi meglio. Le cadute servono proprio per rialzarsi.
Due anni in cui mi sono annullato come persona e mi hanno anche dato carta bianca e ho disegnato un altro me stesso.
Di questo parli chiaramente in “Fiori e fango” feat. Arisa, una emozionante ballad a cavallo tra pop e hip hop che parla di rinascita e della possibilità di rialzarsi anche dopo le cadute più rovinose. Come è nata la collaborazione con Arisa?
Quando ho sentito con Arisa questo pezzo ci siamo capiti subito. Il brano parlava sia a me che a lei, che ha completato il messaggio che volevo dare con la canzone.
"Magico" parla molto del perdersi, ma soprattutto del ritrovarsi, del ricominciare e del ripartire più forti di prima. Soprattutto in pezzi manifesto come "Mezzanotte", "Allo specchio", dove racconto di come si possano superare le proprie paure, scardinarle trovando la forza dentro di sé, tenendo accesa la fiamma dentro di noi, quel qualcosa che ci rende unici e magici.
Cosa ti rende magico?
La mia magia personale è la sincerità e quindi la musica. Ciò che ti rende magico e quel qualcosa, che tiene la fiamma accesa quando intorno c'è il buio
Cosa ti spaventa di più adesso?
In questo momento sto cercando di non vivere nella paura, ma nell'amore, nella luce, nell'unione e non nella divisione, perché in questo momento ne ho bisogno, ho bisogno di star bene di sentirmi realizzato. Non è che non c'è niente che mi fa paura, non metto la testa sotto la sabbia, ma cerco di concentrarmi sulle cose che mi fanno stare bene, voglio concentrarmi su quello che posso fare io per controllare la situazione, valorizzando le fortune che ho, le piccole cose. Ecco "Magico" significa anche questo per me, ribadire che questo è il momento di amare noi stessi, fare le cose che ci piacciono e ci fanno stare bene accanto alle persone che amiamo, ma soprattutto fregandosene di quello che gli altri pensano di noi.
L’ego è sempre stata una componente importante per te...
Ho lavorato molto per regolare l'ego, il senso di identità. Vedi tutti noi abbiamo una specie di Avatar che viene creato dall'esterno dalla società e facciamo di tutto per tenere fede all'immagine che abbiamo costruito. Il punto è che questa immagine è fittizia, creata solo per essere accettati. E spesso è doloroso dover tenere fede a questo Avatar, perché noi non siamo così come vogliamo far vedere.
Il senso di libertà di fare la musica che voglio, di dire le cose che voglio, di mostrarmi anche vulnerabile, fragile, senza preoccuparmi del giudizio altrui, ecco per me questa è la mia forza, la mia magia.
Il nemico da sconfiggere ce l'hai allo specchio però. Viviamo tutti nel nostro mondo che ci siamo creati noi, in una narrativa personale. Io faccio di tutto per controllare questa narrativa e il modo migliore è essere onesti, che per me è fare la musica che mi piace. L'ego, l'Avatar però non sparisce mai del tutto, sul palco c'è lui, nelle mie canzoni c'è lui, ma io cerco di controllarlo, di non farmi dominare da lui, di usarlo come strumento.
Alcuni brani sono pensati per i live...
Sì il tour parte da novembre e va fino a gennaio (Milano Torino e Roma saranno in gennaio)
e durante i live ci sarà una band dal vivo, dei veri musicisti. E' la prova del nove, ciò a cui tengo di più.
E la parte musicale nel disco, come ci hai lavorato?
Quasi tutti i brani sono stati registrati con musica dal vivo, collaborando per molti brani con Saturnino tra cui "Bambola voodo" e la title track. Volevo che ascoltare il disco regalasse un'esperienza palpabile, con musica suonata in studio, un'esperienza a 3d
A chi si rivolge "Magico" e qual è il messaggio?
E' un disco che parla di trovare la forza in noi stessi. La copertina parla chiaro e rappresenta un po' tutti. Un ragazzo in una stanza, col poster di Mondo Marcio... sono io quando ho iniziato a fare questa musica e ancora adesso con il mio Avatar per darmi forza, ma mi rivolgo a chiunque abbia bisogno di qualcosa per andare avanti e trovare la forza. Questa è la magia, credere in se stessi e nella propria forza interiore.
Sei ancora in competizione con i tuoi colleghi nel mondo del rap
La competizione la sento sempre ma è sana perché mi dà la motivazione per migliorare. E' importante e necessario che ci sia. Il mio rapporto con la scena hip hop italiana?
Come rapper mi sento un po' lontano dalle loro scelte musicali.
L'unico che mi induce ad alzare l'asticella è Marra, lui mi spinge a fare di più.
Le date degli instore
Venerdì 07 ottobre a Milano (piazza Duomo)
Lunedì 10 ottobre a Bologna (piazza Ravegnana, 1)
Martedì 11 ottobre a Torino (Spazio Comala di corso Giovanni Agnelli, 148)
Mercoledì 12 ottobre a Genova (via Ceccardi, 16)
Le prime date del tour di Mondo Marcio
1 febbraio – ROMA – Largo Venue
2 febbraio – MILANO – Magazzini Generali
3 febbraio – TORINO – Hiroshima Mon Amour