Giorgia Meloni, al lavoro sulla squadra di governo, ha incontrato a Montecitorio il leader della Lega Matteo Salvini per fare il punto. Un colloquio durato circa un'ora dal quale è emersa la voglia di "grande collaborazione e unità di intenti". "Entrambi i leader - si legge in una nota diffusa al termine del faccia a faccia - hanno espresso soddisfazione per la fiducia data dagli italiani alla coalizione e hanno ribadito il grande senso di responsabilità che questo risultato comporta". Meloni e Salvini hanno fatto il punto della situazione e delle priorità e urgenze all'ordine del giorno del governo e del Parlamento, anche alla luce della complessa situazione che l'Italia sta vivendo.
In attesa che si formi il nuovo esecutivo, da Palazzo Chigi non si perde tempo e si convoca il Consiglio dei Ministri con all'ordine del giorno la nota di aggiornamento al Def e alcuni decreti attuativi relativi a riforme del Pnrr come quella degli Irccs e della giustizia. Ma anche in Parlamento si fissano calendari e scadenze con il presidente della Camera uscente Roberto Fico che comunica come il decreto 'Aiuti-ter' comincerà il suo iter a Montecitorio.
Fonti FdI: "Meloni attenta a dossier caro energia, non si è parlato né di nomi né di veti" - Fonti di Fratelli d'Italia hanno parlato di una "giornata di lavoro e di incontri per Giorgia Meloni". Durante la giornata, oltre al vertice con Matteo Salvini, Meloni ha fatto un punto con i suoi collaboratori. "Particolare attenzione è stata riservata ai dossier del caro energia e approvvigionamento energetico anche alla luce dei recenti sviluppi in ambito internazionale. Non si è parlato né nelle ultime ore e né in questi giorni di nomi, incarichi, attribuzioni di deleghe né separazioni di ministeri e sono prive di fondamento retroscena di stampa su presunti veti, così come le notizie già smentite da palazzo Chigi su un 'patto' Meloni-Draghi". Su questo nel corso della mattinata Giorgia Meloni aveva già fatto un post su Facebook: 'Trovo abbastanza surreale che certa stampa inventi di sana pianta miei virgolettati, pubblicando ricostruzioni del tutto arbitrarie. Si mettano l'anima in pace: il centrodestra unito ha vinto le elezioni ed e' pronto a governare. Basta mistificazioni'".
Le stesse fonti di Fratelli d'Italia hanno aggiunto: "Infine, da segnalare che dopo le congratulazioni arrivate martedì sera dal presidente dell'Ucraina Zelensky (che seguono, tra le altre, a quelle del primo ministro della Repubblica Ceca e presidente di turno dell'Ue, Fiala; del primo ministro del Regno Unito Truss; del premier della Polonia, Morawiecki) si sono aggiunte in queste ore anche quelle del primo ministro dell'India, Modi. A tutti Meloni ha ringraziato rispondendo su Twitter".
Meloni: Sono sempre ottimista, mi ha portato fin qui - "Ottimista? "Sono sempre ottimista io, mi ha portato fin qui...". Così Giorgia Meloni ha risposto ai giornalisti prima di lasciare Montecitorio, dove oggi ha avuto una serie di incontri tra cui quello con Salvini. Martedì Giorgia Meloni aveva incontrato anche il vicepresidente di Fratelli d'Italia Antonio Tajani.
Il toto-ministri - Nel frattempo, come accade ogni volta che si deve dar vita a un nuovo esecutivo, impazza il toto nomi. Si parla dell'attuale vertice del Dis Elisabetta Belloni agli Esteri, del braccio destro di Berlusconi Licia Ronzulli alla Scuola o alla Salute. Di Antonio Tajani praticamente ovunque: c'e' chi lo dà alla Farnesina, chi come presidente della Camera o alla guida della Difesa. E ancora: sui giornali il nome di Giulia Bongiorno compare sia per la Giustizia, sia per la P.A, mentre, sempre alla Salute, si ipotizzano Letizia Moratti o il forzista Mandelli che è rimasto fuori dal Parlamento. Ma è evidente che in questa sorta di gioco di società di 'trova la casella giusta' non si saprà nulla di veramente certo fino all'ultimo.
Salvini vicepremier? - Tra i rumors del Transatlantico, si darebbe fuori dalla compagine ministeriale Salvini per il quale invece la leader di FdI potrebbe ritagliare un ruolo da vicepremier, in tandem con il 'jolly' Tajani. E questo, nonostante i leghisti facciano sapere che sul web "in tantissimi" vorrebbero il 'Capitano' al Viminale. Unica certezza al momento: lei vuol rendere "inattaccabile" la squadra da ogni critica esterna. Meloni, infatti, smentisce i retroscena sui giornali, a cominciare da quello che lei direbbe no al segretario della Lega perché "troppo filo russo". E anche Palazzo Chigi spiega che non esiste alcun "patto con Meloni" per garantire le indicazioni dell'Ue anche su Kiev, precisando che l'impegno del governo uscente è quello di "garantire un'ordinata transizione nell'ambito dei corretti rapporti istituzionali".
Calenda: il governo Meloni non durerà oltre 6 mesi. Convocata Direzione Pd il 6 ottobre - Nei partiti, intanto, continua la conta di 'morti e feriti' con Carlo Calenda che fa la sua previsione piuttosto fosca, assicurando che un eventuale governo a guida Meloni non potrà durare più di 6 mesi. Commenti drastici anche nei confronti del Pd per il quale il leader di Azione paventa "una crisi irreversibile". E infatti tra i dem le acque restano quanto mai agitate, con Enrico Letta che convoca la Direzione il 6 ottobre in vista del Congresso, con Matteo Orfini che definisce "una genialità" il fatto che spuntino due candidati al giorno per la segreteria e con il coordinatore dei sindaci dem Matteo Ricci che punta il dito contro chi pensa che sia solo una questione di nomi e non di contenuti e di progetti. Più sarcastico Emanuele Fiano che ricorda come il congresso del Pd non sia "il casting per X Factor".
Tra reddito minimo e tetto al prezzo del gas - Archiviata, almeno ufficialmente, la resa dei conti interna alla Lega, dopo il Consiglio Federale di ieri dal quale è emerso come non sia in discussione la leadership di Salvini, è Fratelli d'Italia che parla di contenuti. "Guidati", comunque, dall'Ue che invita tutti i Paesi a sostenere misure di "sostegno al reddito minimo" per ridurre la povertà e accelera sul tetto del gas che Guido Crosetto vede "come un prezzo al metro cubo fissato per i consumatori finali, aziende e cittadini, individuati in ordine di priorità e necessità". Mentre il Financial Times parla di "preoccupazione" per la vittoria di Meloni e non di "panico", il Responsabile organizzazione di Fdi, Giovanni Donzelli, ribadisce la necessità di "aggiornare" la Costituzione puntando al semipresidenzialismo alla francese e aprendo "un dialogo con tutti". Quindi assicura: "Io ministro? Più facile che lo faccia Salvini...".