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Papa: non preghiamo a pappagallo, salutiamo Dio con un "ciao"

Lo ha detto il Pontefice nell’udienza generale, aggiungendo che “la preghiera è familiarità e confidenza con Dio”

Ansa

"La preghiera vera è familiarità, è confidenza con Dio. Non è recitare preghiere come un pappagallo: 'bla bla bla bla'". Lo ha affermato Papa Francesco nel corso dell'udienza generale. Il Pontefice ha quindi raccontato un aneddoto: "Ho conosciuto un vecchio fratello religioso che era il portiere di un collegio e lui, ogni volta che poteva, si avvicinava alla cappella, guardava all'altare e diceva 'ciao'. Diciamo quindi la preghiera del 'ciao', la preghiera dell'affetto e della vicinanza".

Le parole del Pontefice - Il Papa ha poi aggiunto: "Quando io ho una preghiera, incontro il Signore, divento gioioso, questo è bello. Tristezza e paura, invece, sono segni di lontananza da Lui". 

"Stare in preghiera - ha proseguito Papa Francesco - non significa dire parole, parole, parole ma significa aprire il cuore e avvicinarsi a Gesù".

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