Da Paragone a Adinolfi, le liste anti-sistema restano fuori dal Parlamento
Il "miglior" risultato tra le forze che hanno puntato su negazionismo e complottismo è stato portato a casa da Italexit, che però è rimasto ben al di sotto dello sbarramento al 3%
Il negazionsimo non ha pagato alle urne. Anzi. E' stata una debacle totale per le forze politiche che si sono presentate alle elezioni con programmi anti-sistema, dal Covid all'Unione europea. Paragone, Adinolfi, Cunial e Rizzo sono rimasti tutti sotto la soglia di sbarramento del 3% e quindi fuori dal Parlamento.
Il "miglior" risultato tra le forze anti-sistema è stato portato a casa da Italexit di Luigi Paragone, che si è fermato poco sotto il 2% sia alla Camera sia al Senato. L'addio al Green pass e all'obbligo vaccinale, l'uscita dall'Eurozona e dall'Oms, l'abolizione dello scudo penale per i medici vaccinatori - inseriti nel programma elettorale - non hanno pagato.
Ancora meno voti per Marco Rizzo, che con la sua Italia sovrana e popolare si ferma poco sopra l'1%. Malissimo anche Alternativa per l'Italia: la denuncia della dittatura sanitaria e dell' "ideologia gender" da parte di Mario Adinolfi e Simone di Stefano non li ha fatto ottenere i voti necessari per entrare in Parlamento.
Stessa sorte toccata a Sara Cunial con Vita: l'ex deputata M5s, negazionista sul Covid, è rimasta sotto l'1%. Solo in Alto Adige - a sorpresa - la lista vicina al mondo No vax si è attestata ben oltre il 6%, con un collegio che sfiora addirittura il 9% dei consensi.
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