L'affluenza alle urne per le elezioni politiche si attesta al 63,91% dei votanti. È un dato inesorabile, il più basso di sempre. Lo riferisce il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, sottolineando che si tratta del 9% in meno rispetto alle politiche del 2018. Gli astenuti hanno raggiunto un livello record del 9%, il dato più alto in assoluto da quando l'Italia è una Repubblica. Il "partito" dell'astensionismo rappresenta, in pratica, un bacino di consenso non espresso di circa 4 milioni e mezzo di cittadini su 51 milioni totali.
Le Regioni con meno votanti - I dati sull'affluenza alle politiche segnano insomma un nuovo calo. Un fenomeno diffuso in tutte le Regioni, ma particolarmente forte al Sud, dove diserta le urne quasi la metà degli aventi diritto. Rispetto al 2018 fra le Regioni che registrano il minor calo dell'affluenza ci sono Lazio, Lombardia, Sicilia (dove si è votato anche per le elezioni regionali), Toscana e Friuli-Venezia Giulia.
Crollo al Sud - I dati più bassi si registrano in Campania, Sardegna e Calabria. Alle precedenti politiche invece era stato proprio il Mezzogiorno a trainare i dati di affluenza rispetto al passato. Crolla di oltre 10 punti percentuali l'affluenza in Campania, dove ha votato il 38,72% degli aventi diritto (contro il 52,57% delle politiche del 2018), mentre in Calabria ha votato il 36,92% degli elettori (contro il 49,64% della precedente tornata elettorale). In Puglia l'affluenza è stata del 42,59% (53,66% nel 2018). In calo anche in Sicilia dove, a una manciata di seggi per il dato definitivo, la percentuale dell'affluenza è al 41,9% (47,08% nel 2018). In Basilicata l'affluenza è stata del 41,27% (53,13% nel 2018).
L'analisi dei dati - Analizzando le tendenze, le rilevazioni evidenziano che i numeri sono in minor calo nei Comuni dove ci sono più laureati, più occupati e con maggiore presenza di stranieri, mentre diminuiscono ulteriormente dove c'è maggiore presenza di disoccupati e dove c'è una minor presenza di stranieri. L'affluenza cala maggiormente nei centri meno popolosi e con il reddito inferiore rispetto a quelli più popolosi e con il reddito medio più alto.