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Pasta e ambiente: risparmia acqua e gas con poche e semplici mosse

In tempi difficili, anche per cucinare il piatto più amato dagli italiani si può limitare l’impatto ambientale e contenere i consumi: ecco come

Istockphoto

La pasta, alimento irrinunciabile della nostra dieta, è amica del pianeta perché ha un impatto ambientale, dalla produzione alla trasformazione fino al consumo, decisamente basso. Tuttavia, noi possiamo fare ancora di più: qualche astuzia nella cottura e una scelta attenta e consapevole aiutano nel salvaguardare il Pianeta e anche le nostre tasche.

LA PIU' AMATA DAGLI ITALIANI E NON SOLO: il mondo ha sempre più voglia di pasta, specie se italiana. Nel nostro Paese se ne producono quasi quattro milioni di tonnellate, di cui oltre la metà destinata al mercato estero, tanto che un piatto di pasta su quattro mangiato nel mondo è prodotto in Italia. Per rispondere alla domanda globale di pasta sempre più sostenibile e di qualità, sono stati realizzati impianti moderni e sofisticati che consentono tecniche di produzione avanzate con un limitato impatto ambientale e un’ottima resa qualitativa. Grazie all’agricoltura di precisione - con piani di rotazione delle colture per conservare la fertilità del suolo - al risparmio energetico, al miglioramento della gestione dei rifiuti e degli imballaggi secondari, e ultimo, ma non meno importante, al packaging compostabile - un incarto innovativo ottenuto grazie al lavoro congiunto di un pool di aziende italiane e realizzato con componenti biodegradabili tanto da poter essere utilizzato come fertilizzante - oggi puntare su un buon piatto di pasta, assecondando i dettami della dieta mediterranea, è una scelta sempre più green.

NON DIMENTICARE IL COPERCHIO: un piccolo gesto quotidiano, una semplice astuzia usata nel preparare un semplice piatto di pasta è in grado di fare la differenza per la sostenibilità ambientale e aiutare a far quadrare i conti di casa. Iniziamo dalla modalità di cottura: questo primo passo di preparazione del piatto è generalmente il momento meno sostenibile di tutto il ciclo, tenuto conto che ha un impatto di quasi il 40% circa sul totale dell’impronta carbonica durante l’intera filiera della realizzazione. Forse non sembra, ma utilizzare il coperchio durante la fase di ebollizione, che a questo punto si mantiene anche tenendo al minimo il fornello, accelera di molto i tempi di cottura e ci consente un risparmio pari al 6% di energia ed emissioni di CO2e (CO2 equivalente). Semplice ed efficace.

OCCHIO ALL'ACQUA: un altro trucchetto davvero utile è quello di cuocere la pasta con 700 ml di acqua, invece del classico quantitativo indicato da generazioni, ovvero di un litro per 100 grammi di prodotto. I conti sono presto fatti: il risparmio dell'acqua è del 30%, senza contare che il punto di ebollizione arriva molto prima riducendo non solo i tempi di preparazione, elemento di cui tener conto visto che siamo sempre di corsa, ma anche del 13% l'energia e le emissioni di CO2e, secondo quanto calcolato dagli esperti. Un bel risparmio, non c'è che dire.

LA COTTURA PASSIVA: questa è una modalità certamente non nuova, ma che incontra parecchie resistenze tra i consumatori e fatica non poco a guadagnare consensi. Conosciuto anche come "metodo Agnesi" in quanto messo a punto da Vincenzo Agnesi e condiviso nientemeno che da Gualtiero Marchesi, consiste nel versare la pasta nell'acqua fin dall'inizio della cottura, affinché cominci a idratarsi, lasciarla nella pentola e, quando inizia l'ebollizione e dopo aver salato l'acqua, attendere un paio di minuti per poi spegnere il fornello. Niente paura: la pasta va lasciata in pentola per cuocere nell'acqua a fuoco spento fino a quando risulta pronta. Sembra incredibile, eppure funziona: si tratta di provare e capire qual è il momento giusto per scolare l'acqua e versare nel piatto: il gioco è fatto!

I RISPARMI SONO TANGIBILI: è stato stimato che se tutti noi italiani seguissimo questi tre semplici accorgimenti ogni volta che cuciniamo la pasta si risparmierebbero in un anno fino a 44,6 chilowattora, 13,2 chili di CO2e e 69 litri di acqua. E se lo facessimo tutti, i risultati diventerebbero davvero importanti: secondo l'Unione Italiana Food risparmieremmo tra i 356 milioni e i 2,6 miliardi di chilowattora in un anno, pari a un secolo e mezzo di calcio in notturna in Europa, coppe comprese, 4.100 metri cubi di acqua, sufficienti a riempire 1.640 piscine olimpioniche e fino a 776 chilotonnellate di CO2e, le emissioni di una macchina per 21 viaggi andata-ritorno tra la Terra e il Sole. 

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