Era ricoverato dal 18 luglio

Bari, bambino di sei anni morto per aver bevuto candeggina: la procura apre un'inchiesta

La madre aveva tentato il suicidio lanciandosi dal terzo piano. Ora è indagata per omicidio colposo 

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La procura di Bari ha aperto un'inchiesta per omicidio colposo dopo la morte del bambino di sei anni che lo scorso 18 luglio era finito in ospedale per aver ingerito erroneamente della candeggina, scambiandola per acqua. Il drammatico incidente è avvenuto a Francavilla Fontana, nel Brindisino. Alla scoperta del fatto, la madre del piccolo, una 41enne, presa dal panico, aveva bevuto anche lei la candeggina per poi lanciarsi dalla finestra del terzo piano della palazzina in cui vivevano. Entrambi ricoverati all'ospedale Antonio Perrino di Brindisi, la donna aveva riportato gravi traumi, mentre il bambino era stato sottoposto a osservazione per ustioni alla bocca. Ma nessuno dei due sembrava in pericolo di vita. Ora la 41enne è indagata per omicidio colposo

Aperta un'inchiesta - Dopo la morte del bambino i familiari hanno presentato alla questura un esposto, a cui ha fatto seguito l'apertura da parte della procura di Bari di un'indagine per omicidio colposo. Gli inquirenti hanno fissato l'autopsia per il 27 settembre. Anche la procura di Brindisi in queste settimane ha aperto un'inchiesta per accertare l'intero contesto in cui sono avvenuti i fatti e disposto il sequestro della salma. Emerge inoltre - riporta Il Messaggero - che nei giorni scorsi la procura ha ascoltato la madre della 41enne e disposto il sequestro di tre cellulari: due di proprietà del padre del piccolo deceduto e uno di proprietà della madre.

La ricostruzione della vicenda - A rendere la dinamica dell'incidente, avvenuto nella mattina del 18 luglio, ancora più complessa è stata la reazione della madre, tanto che in un primo momento era emersa l'ipotesi che fosse stata la donna a intossicare il figlio. A chiamare i soccorsi sono stati alcuni passanti: dopo essere stata ricoverata, insieme al figlio, all'ospedale di Brindisi, la donna era stata trasferita nelle settimane successive in una clinica di Milano. 

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