FOTO24 VIDEO24 2

Sos anidride carbonica, dopo l'acqua frizzante anche la produzione di birra si ferma

Lo stabilimento della Menabrea a Biella costretto allo stop: "La carenza di CO2 è un problema anche da noi, ma contiamo di poter ripartire"

istockphoto

Continuano a sentirsi le ripercussioni della guerra in Ucraina e della conseguente crisi energetica: la mancanza di anidride carbonica, che ha già fermato la produzione di acqua frizzante, ora colpisce anche la birra. Lo stabilimento della Menabrea a Biella ha fermato la produzione: "La carenza di CO2 è un problema anche da noi", commentano i vertici del birrificio.

Le problematiche che si stanno avvertendo nel comparto della birra hanno una maggiore incidenza nelle preparazioni industriali rispetto a quelle artigianali più piccole. Queste ultime, infatti, tendono a impiegare per lo più le bollicine derivanti dal naturale processo di fermentazione. Mentre dalla grande industria spiegano che si fa ricorso all'anidride carbonica anche per togliere l’ossigeno all’interno della bottiglia

A causare questa mancanza è l’aumento dei prezzi dell’energia e le difficoltà legate al trasporto: un problema generalizzato in tutta Europa, se è vero che anche la storica Delirium Tremens belga è in procinto di fermare l’attività dopo 100 anni, come la danese Carlsberg che minaccia la chiusura degli stabilimenti in Polonia.

Per ora lo stop della Menabrea a Biella dovrebbe essere temporaneo: "Oggi va così - commentano i vertici a La Repubblica - ma domani contiamo di potere ripartire"

Diego Volpi, Supply Chain Director di Carlsberg Italia: "Carlsberg Italia, al momento, non è stata particolarmente impattata dalla carenza di CO2, sia grazie alla rete globale di Carlsberg che è coperta da forti partnership in grado di garantire la fornitura di CO2, sia grazie agli investimenti fatti dall’Azienda nel Birrificio Angelo Poretti a Induno Olona (Varese) che ci permettono di recuperare efficientemente la CO2 prodotta durante la fermentazione".

Espandi