Si è ripetuto il prodigio della liquefazione del sangue di San Gennaro, patrono di Napoli. Alle 09:26 è stata mostrata ai fedeli riuniti in Duomo l'ampolla con il sangue del santo aperta, dopo la processione, dall'arcivescovo monsignore Mimmo Battaglia. "Il segno del sangue ancora una volta", ha esclamato l'arcivescovo. Le sue parole sono state accolte con un lungo applauso.
Il ripetersi del miracolo è letto dai fedeli come segno di buon auspicio per Napoli e la Campania. Il miracolo avviene tre volte l'anno: il 19 settembre, giorno di San Gennaro, il sabato che precede la prima domenica di maggio, e il 16 dicembre.
"Impegno quotidiano a scommettere nell'amore" - "Poco importa, fratelli e sorelle mie, che il sangue si sciolga o meno: non riduciamo mai questa celebrazione a un oracolo da consultare. Credetemi, ciò che importa davvero al Signore, ciò che ci chiede con forza il nostro vescovo e martire Gennaro è l'impegno quotidiano a scommettere sull'amore, a sciogliere i grumi dell'egoismo, a rompere le solide dighe che trattengono il bene lasciando che la linfa dell'amore, come il sangue, scorra nelle vene del corpo di questa città, fino all'ultimo capillare, donando a tutti speranza, fiducia, possibilità di riscatto e novità di vita", ha affermato l'arcivescovo di Napoli nell'omelia per le celebrazioni di San Gennaro. "Oggi il vescovo Gennaro, il segno del suo sangue versato per amore di Cristo e dei fratelli, ci dice che il bene, la bellezza, la bontà sono e saranno sempre vittoriose. Questo è il senso di questo sangue che, unito al sangue versato da Cristo e a quello di tutti martiri di ogni luogo e di ogni tempo, è testimonianza viva che l'amore vince sempre", ha aggiunto.
"Tante preoccupazioni, a pagare sono gli ultimi: serve una nuova speranza" - "Non nascondiamoci la verità: sono tanti in questo periodo storico i motivi per essere preoccupati, le ragioni per cui scoraggiarsi. Dalla guerra alla crisi energetica, da una pandemia globale al male endemico della criminalità locale ma non dimentichiamo neanche che dinanzi alle difficoltà della storia spesso a pagare sono quasi sempre gli ultimi, i poveri, i più piccoli, anche di età. Questa nostra città metropolitana ha bisogno di un sangue vivo, di una nuova linfa d'amore, di una nuova speranza, è questo che oggi il Signore ci chiede e Gennaro ci domanda", ha concluso Battaglia.