Mobilità e altre frenesie

Volvo avvia lʼera dei camion elettrici e il carpooling Toyota

Nella Settimana dei Motori anche il tributo Alfa Romeo al centenario dellʼAutodromo di Monza e alla sua storia in Formula 1di Antonio Angione

Fare 350, 400 chilometri con una ricarica di energia farebbe probabilmente felice qualsiasi guidatore di unʼauto elettrica, ma per un camionista significa appena iniziare un viaggio. Oggi i camion elettrici, su cui tutti i costruttori stanno lavorando, sono in grado di percorrere non oltre queste distanze, magari arrivano pure a 500 km ma dipende dal carico. Invece con i serbatoi da centinaia di litri di gasolio, i grandi tir fanno migliaia di chilometri.

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Il dado è tratto ‒ Che fare allora per avvicinare lʼefficienza degli attuali combustibili termici e dare una spallata decisiva al trasporto più inquinante? Beh a un certo punto bisogna pur decidersi e passare il Rubicone, nel senso di rompere gli indugi come Giulio Cesare davanti al fiume, e così ha fatto Volvo Trucks, che ha annunciato lʼavvio della produzione in serie di veicoli elettrici pesanti da 44 tonnellate. È il primo produttore mondiale di camion a farlo, consapevole che tutti i prototipi finora sviluppati hanno quelle autonomie di cui sopra. Le gamme coinvolte sono Volvo FH, FM e FMX e valgono i due terzi delle vendite dellʼazienda.

Una mano a Volvo Trucks la porge unʼaltra azienda svedese: Ikea. La cui filiale polacca ha annunciato che si avvarrà di camion Volvo FM Electric per le sue attività. Di consegne Ikea se ne intende, ogni anno effettua più di due milioni di spedizioni nel mondo e la Polonia può giocare un ruolo di pioniere nella transizione. La produzione in serie dei camion elettrici avverrà negli stabilimenti di Göteborg, in Svezia, e di Gent in Belgio, e Volvo non dovrà modificare le linee di assemblaggio dei camion tradizionali,

con grande vantaggio in termini di costi. Insomma, per il trasporto pesante è una svolta! Certo è una scommessa, ma dʼaltronde cosʼera il “dado” da passare se non lʼ“alea” dei latini? Cioè la sfida, la scommessa, e se si guada il fiume siamo certi che si arriverà a Roma.

Lʼauto? Non è roba da single ‒ Un altro modo per promuovere la mobilità sostenibile è il carpooling. Se ne parla da anni, ma complici la pandemia e vecchie abitudini, il servizio per “viaggiare insieme in auto” non ha attecchito granché in Italia. Eppure se si va a lavorare nello stesso posto potrebbe essere la più semplice e intelligente delle mosse. Ora ci prova lʼOspedale San Giovanni Addolorata di Roma, che grazie al servizio Kinto Join di Toyota vuol portare i suoi 2.600 dipendenti al lavoro con il carpooling. Dʼaltronde se più persone entrano in turno alla stessa ora e nello stesso luogo di lavoro, tanto vale unire gli sforzi. Kinto Join è unʼapp che favorisce anche i rapporti sociali nella community lavorativa e a guadagnarci non è soltanto la città, ma a ben vedere anche i bilanci familiari: meno spesa carburante, meno parcheggi, meno pedaggi. Lavoratori di tutto il mondo, muovetevi uniti!

Nostalgia canaglia ‒ Può essere struggente il sentimento del tempo che fu e Alfa Romeo non lo nasconde. I primi due mondiali di Formula 1 furono vinti proprio dal Biscione: nel 1950 con Farina e nel 1951 con Fangio. Poi nel 1952 la repentina uscita dal Circus, sempre più luminoso, che si stava prospettando. Da allora qualche ritorno come fornitore di motori, di nuovo abbandoni e, finalmente, il ritorno nel 2018 col team Sauber poi diventato Alfa Romeo. Per allontanare quella nostalgia del passato vittorioso che fu cʼè però un rimedio: guardare avanti, ai nuovi capitoli che la Casa un tempo ad Arese sta scrivendo. Fare insomma proprio come Valtteri Bottas nel video celebrativo girato a Milano: parcheggiare la monoposto, consegnare il volante e chiedere di sedersi davanti a quello non estraibile del nuovo Suv Tonale. Felicità. Guarda il video

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