IL CARTELLONE 2022/2023

Piccolo Teatro, da Popolizio a Martone una stagione tra scena e realtà

Il cartellone 2022-2023 dell'istituzione milanese offre un cartellone pieno di produzioni, italiane e internazionali dal titolo "La misura delle cose"

© Tgcom24

"La misura delle cose" è il titolo della stagione 2022/2023 del Piccolo Teatro di Milano. Filo conduttore sarà il nodo che lega teatro e realtà, la capacità della scena di farsi “misura” per le cose del mondo, segnando uno spazio, rispetto a esse, di distanza o di prossimità. In apertura due ritorni di importanti allestimenti, segnati, al loro debutto, dalle conseguenze dell'emergenza sanitaria: "M Il figlio del secolo" di Massimo Popolizio e "Hamlet" di Antonio Latella. Le produzioni del Piccolo si intrecciano con un fitto calendario di ospitalità e collaborazioni, vecchie e nuove, che completano il varipinto cartellone.

"Un ricco e multiforme catalogo di possibilità di articolazione della relazione vita/teatro e di modi di intenderla" è questa, secondo il direttore generale Claudio Longhi, la prossima stagione del Piccolo di Milano.

In programma prime assolute come "Romeo e Giulietta", la prima regia per il Piccolo di Mario Martone con una compagnia di giovanissimi e il ritorno di Toni Servillo con "Tre modi per non morire", un viaggio teatrale attraverso tre evocazioni di Giuseppe Montesano, in cui alcuni poeti hanno messo in pratica l'arte di non morire: Baudelaire, Dante e i Greci, con la celebrazione della poesia come antidoto alla paralisi del pensiero. In cartellone anche il primo allestimento teatrale (dopo la morte dello scrittore) de "Il barone rampante", a cura di Riccardo Frati, che celebrerà sulla scena il centenario di Italo Calvino, mentre sempre a un altro anniversario, legato questa volta al nome di Giovanni Testori, presterà voce Umberto Orsini con "Luchino. Visconti secondo Testori".

A dicembre torna, a 75 anni dal debutto, "Arlecchino servitore di due padroni", mentre dopo il successo della scorsa stagione, torna "Carbonio", scritto e diretto da Pier Lorenzo Pisano. Con "Le memorie di Ivan Karamazov", Umberto Orsini, diretto da Luca Micheletti, affronta per la terza volta il personaggio più complesso, controverso e tormentato creato da Dostoevskij, mentre Eduardo De Filippo torna allo Strehler con una delle sue opere meno note, "Ditegli sempre di sì" per uno spettacolo sul confine tra salute e malattia mentale, diretto da Roberto Andò.

Tra gli artisti associati saranno presenti, come ospiti, Davide Enia che presenterà "Italia - Brasile 3 a 2. Il ritorno", nel quarantesimo anniversario della mitica partita e nel ventesimo dello spettacolo, e firmerà per il Piccolo la produzione "Eleusi" (dittico corale sul tema del sacro, che si svolge contemporaneamente in due sedi del Piccolo, nell'arco di ventiquattr'ore), mentre Pascal Rambert con "Prima" apre il trittico teatrale pensato per tre stagioni del Piccolo, scritto appositamente per attori italiani. Allo Studio Stefano Massini, primo italiano vincitore del Tony Award con "Lehman Trilogy", riprende il racconto delle sue Storie. 

Inoltre presente Caroline Guiela Nguyen, che presenterà "Fraternitè Conte fantastique", Marta Cuscunà con "Earthbound ovvero le storie delle camille", il collettivo teatrale Sotterraneo con una personale, Christiane Jatahy, Leone d'oro all'ultima Biennale di Venezia, arriva alla conclusione della sua Trilogia degli orrori con "Depois do silêncio" che affronta la deforestazione dell'Amazzonia. Poi Davide Carnevali con "Ritratto dell'artista da morto" e "Il teatro tiene banco", lacasadargilla con "Anatomia di un suicidio" di Alice Birch.

Tra le ospitalità internazionali da segnalare "Reporters de guerre", prima creazione di Sebastien Foucault e "One song" dell'artista visiva Miet Warlop. Grazie a Fondazione Banca del Monte di Lombardia, prende il via un palinsesto dedicato al pubblico in età scolare con titoli come "Orlando hater e Angelica furiosa". Il teatro entrerà, infine, negli istituti superiori con un'"Antigone - Antigone in cattedra" allestita in classe: legalità e politica sono al centro di questa operazione brechtiana, in cui il teatro incontra storia, filosofia ed educazione civica.