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Pitstop, le prime corse videoludiche della Formula 1

Ricordiamo il colorato racing-game di Epyx per Commodore 64 e computer Atari che ha lasciato i box nel 1983

© IGN

Commodore 64 è stato particolarmente diffuso e apprezzato in Italia: tra i "cult" per lo storico home computer, che ha recentemente spento ben quaranta candeline, è il momento di ricordare uno dei più importanti racing-game pubblicati su questo glorioso hardware a 8-bit (e non solo): Pitstop. Nei primi anni ‘80 una software house prominente del mercato dei videogame "da casa" è sicuramente Epyx, cui dobbiamo bellissimi giochi come Impossible Mission, Summer Games e Winter Games.

Spaziando in tantissimi generi, l'azienda ha anche avuto a che fare con le corse automobilistiche e infatti nel 1983 pubblica la propria interpretazione della Formula 1 sotto forma di Pitstop.

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Il gioco viene pubblicato su Colecovision, computer Atari 8-bit e Commodore 64 risultando particolarmente diffuso proprio su quest'ultimo computer. In un’epoca in cui i videogame stavano timidamente introducendo qui e lì qualche elemento "simulativo", il più noto racing-game su posta era probabilmente Pole Position del 1982, reso famoso dalla discreta - e pubblicizzatissima - versione per Atari 2600. Sulle sue orme (o meglio, sgommate) Epyx ha dato vita a Pitstop, mantenendo un’impostazione simile (con una delle prime, convincenti visuali in "terza persona" per un racing game) e introducendo una serie di elementi quantomeno innovativi.

Oltre a una resa dei controlli tutto sommato convincente infatti, Pitstop propone diverse opzioni per organizzare la partita (tra cui un rudimentale campionato) nonché un’elementare simulazione dei danni alla vettura. Complementare a quest’ultima novità c’è l’importantissima fase di sosta ai box, in cui è il giocatore a gestire tutte le fasi del cambio gomme, qualcosa che all’epoca era decisamente innovativo e notevole.

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Pitstop si fa dunque notare e ottiene un discreto successo di critica e pubblico su tutte le piattaforme per le quali viene pubblicato, quanto basta a Epyx per dare bandiera verde a un seguito semplicemente intitolato Pitstop II, in pubblicazione nel 1984. La maggiore conoscenza degli hardware e la voglia di migliorarsi portano la software house a sfornare quello che è reputato un vero e proprio capolavoro: più definito e veloce del primo capitolo, Pitstop II introduce più piste, una migliore sessione ai box e soprattutto la possibilità di giocare in coppia sullo stesso schermo, tramite una fluida modalità in "split-screen".

Visto il successo del primo "capitolo", Epyx decide di pubblicare Pitstop II su un più ampio ventaglio di piattaforme che dunque ora include anche i PC Ms Dos dell’epoca ma è nuovamente l’edizione per Commodore 64 a guadagnare la maggior parte delle eccellenti valutazioni della critica, conquistando un posto di prestigio nei cuori degli appassionati di racing game dei primi anni ‘80. Da notare inoltre una delle prime introduzioni di versioni digitali di circuiti realmente esistenti, con sei piste del mondo reale riprodotte nel gioco con tanto di mini-mappa da tenere sotto controllo in gara, un elemento che oggi diamo sicuramente per scontato in un videogame simile ma che allora venne reputato rivoluzionario.

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È stato dunque un peccato che la serie di Pitstop si sia interrotta con il bellissimo secondo episodio: Epyx abbandona infatti il mondo della Formula 1 per dedicarsi, nel 1986, a quello delle corse motociclistiche con il valido Super Cycle, un racing game davvero molto vicino al bellissimo Hang-On di SEGA. Provare oggi i capitoli di Pitstop per rendersi conto della loro validità non è facilissimo, visto che mancano "conversioni" per sistemi recenti e bisogna dunque rivolgersi all’emulazione.

Da notare però che, un po’ a sorpresa, Pitstop II arrivò su Nintendo Wii nel 2008 tramite il servizio Virtual Console. Verrebbe da chiedersi, a questo punto, quanto sarebbe potuta diventare importante questa serie nel caso in cui Epyx avesse continuato a sfornare capitoli via via migliori.