Pericoli nel dark web

Attacchi ransomware: l'Italia è il primo paese in Europa per numero di minacce informatiche

A darne l'allarme sono stati due diversi rapporti pubblicati da aziende specializzate in sistemi di informazioni creditizie e sicurezza. Lazio e Lombardia le regioni più colpite

© parlamento-europeo

Nel mirino degli hacker al primo posto c'è l'Italia e lo conferma sia l'Osservatorio Cyber di Crif che si occupa di sistemi di informazioni creditizie, che la Micro Trend, l'azienda leader globale nel settore di cyber security. Nella prima metà del 2022, il nostro Paese ha registrato più di 780.000 alert relativi a dati presenti nel dark web, registrando un aumento del 44,1%, rispetto al semestre precedente.

Che cos'è un attacco Ransomware - A minacciare principalmente gli italiani sono quei virus che prendono in ostaggio sistemi e dispositivi per poi liberarli mediante un riscatto. Tra le vittime più colpite ci sono privati, aziende e anche ospedali impegnati nell'emergenza Covid. 
Secondo le ricerche condotte dall'Osservatorio, i dati personali degli utenti italiani che circolano sul dark web sono: credenziali email, numero di telefono e infine il dominio email. Anche l'ultimo report dell'azienda di sicurezza informatica Micro Trend ha segnalato un vero e proprio boom del virus che, sul totale dei ransomware intercettati nel mondo (8.032.336), si è rilevato al 3,56%.
 

Oltre a essere prima in Europa, l'Italia è anche quattordicesima nella classifica globale dei paesi maggiormente soggetti a scambio di dati di carte di credito. Al secondo posto gli Stati Uniti e poi a seguire Russia, Regno Unito, Brasile e Canada. Inoltre, l'aspetto interessante è che l'indirizzo postale completo delle vittime di hackeraggio è stato trovato al 70% dei casi in combinazione con un numero di telefono, consentendo così all'esperto informatico di completare il profilo della vittima e geolocalizzarlo. 

Infine, entrambi i rapporti hanno dimostrato come, a livello globale, gli hacker hanno colpito principalmente gli utenti via email inviando circa 130 milioni di messaggi "maligni", sfruttando anche l'ultimo trend che spinge le persone a scaricare un' app o a cliccare link presenti nelle mail relative a criptovalute e Nft. 

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