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Roma, finge di stare male e si fa prestare 125mila euro da un frate: 78enne a processo 

"Sto male, la prego, mi aiuti". Questa la scusa che l'uomo, il più delle volte, avrebbe utilizzato per far impietosire il religioso e ottenere il denaro. Ma per la Procura si tratta di "storie inventate"

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Avrebbe approfittato della bontà d'animo di un frate 81enne per chiedergli diversi prestiti, fino ad arrivare a una somma totale di 125mila euro: prima dicendo che gli servivano per curare una malattia del sangue, poi per risolvere questioni familiari. E, ancora, soldi per affrontare difficoltà giornaliere. Cifre che non sarebbero mai state restituite. Ma per la Procura di Roma -  secondo quanto riporta il Corriere - si tratterebbe solo di "storie inventate", confezionate ad arte per truffare l'anziano religioso. L'imputato, un 78enne romano, è finito a processo e dovrà rispondere del reato di truffa

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La storia - I fatti risalgono al 2018. E, secondo quanto ricostruiscono i pm, la vittima, ormai in pensione, all'improvviso avrebbe iniziato ad assumere un atteggiamento anomalo e a chiedere soldi a chiunque: anche cifre consistenti, ad esempio mille euro. Più che richieste sarebbero sembrate vere e proprie "suppliche", richieste di aiuto.

Così, gli altri frati del suo stesso istituto religioso si insospettiscono tanto che uno di loro sporge denuncia ai Carabinieri. Da lì gli investigatori scoprono che, dietro a quelle continue richieste dell'81enne, ci sarebbe stata la pressione dell'imputato che avrebbe inventato all'anziano religioso storie strappalacrime per ottenere cifre da record.

Problemi a cui l'81enne avrebbe creduto fino a cercare di aiutare l'uomo in tutti i modi. Il 78enne, infatti, secondo gli investigatori prima ottiene soldi dal frate con la scusa di dover curare una  patologia del sangue (di cui gli inquirenti non hanno prove). Poi bussa alla porta del frate per avere un mutuo da 80mila euro, senza spiegargli per quale motivo.

E infine chiede altro denaro all'anziano per sistemare la casa della ex moglie. Alla fine il conto è alto: 125mila euro, in parte prelevati anche dai conti dell'istituto dove vive la vittima. La storia non ha convinto la Procura che ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio del 78enne per chiarire davanti a un Tribunale i particolari della vicenda. 

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