Enrico Letta e Giorgia Meloni escludono governi di unità nazionale e di larghe intese, anche nel caso in cui nessuno dovesse avere la maggioranza. "Penso che lo possiamo dire all'unisono, si può fare campagna con le proprie idee poi prendere atto che si è vinto o si è perso", afferma il segretario del Pd. "È una democrazia sana mantenere un legame con la volontà degli elettori", dichiara invece la leader di Fratelli d'Italia.
Enrico Letta e Giorgia Meloni si sfidano su Corriere Tv, una sfida all'insegna della correttezza tra due avversari che si rispettano. Inizia la leader di FdI che attacca: "A pagina 42 del programma di Sinistra Italiana di Fratoianni c'è scritto che è giusto fermare l'invio di armi a Kiev". Il leader dem si è appena schierato con la resistenza ucraina e si difende: "Ogni volta si citerà Fratoianni. Con Fratoianni e Bonelli abbiamo fatto un patto a difesa della Costituzione, un accordo elettorale. Non faremo un governo - replica - Berlusconi e Salvini hanno sempre avuto rapporti con Putin e sembra che difendano più la sovranità della Russia che la nostra. La sovranità credo che sarebbe molto a rischio se fosse al governo il centrodestra", contrattacca.
La Meloni comunque ribadisce il suo sostegno alle sanzioni contro Mosca: quella in Ucraina "è una guerra che riguarda anche noi, può allargarsi, e l'Italia che scappa dalle sue responsabilità pagherebbe questa scelta, sarebbe l'Italia di spaghetti e mandolino". Sull'Europa, tuttavia, si registrano le prime scintille: "Non è vero che FdI ha sostenuto il Next generation Eu. È una cosa falsa, FdI non ha mai votato a favore", sottolinea Letta. La replica di Meloni: "La posizione di Fdi sul Pnrr è sempre stata la stessa in Europa e in Italia. Non abbiamo mai votato contro, ci siamo astenuti in un passaggio in Europa, e in Italia perché il documento è arrivato all'ultimo momento e noi volevamo prima leggerlo, le persone serie fanno così".
C'è una quasi intesa sulla questione energia: sì al price cap sul gas e al disaccoppiamento del prezzo. Freddi entrambi sullo scostamento di bilancio, che finirebbe con il mettere il Paese sotto scacco della speculazione internazionale.
Diverse, invece, le ricette sulla gestione dei flussi migratori: bisogna "distinguere tra i profughi che hanno diritto di asilo dai migranti irregolari. Quando cèstata la sovrapposizione è stato fatto un disastro. Non possiamo farci fare la selezione di ingresso dagli scafisti - sottolinea la leader FdI - L'immigrazione si gestisce con il decreto flussi". "La parola blocco navale non è stata usata - attacca Letta - perché è talmente evidente che è inapplicabile e che il governo di un grande Paese europeo non può dire cosa del genere".
Anche il presidenzialismo è un tema che divide. "Noi abbiamo proposto il semipresidenzialismo alla francese perché era la proposta uscita dalla Bicamerale D'Alema. Letta dice che vogliamo pieni poteri? Allora Massimo D'Alema voleva pieni poteri? Le riforme si possono fare solo se sono d'accordo loro? Questo tempo credo stia per finire. Discutiamo del tipo di riforma, ma la riforma va fatta", avvisa Meloni. "Il nostro Paese ha una Costituzione scritta figlia della resistenza e dell'antifascismo. Una costituzione che ha salvato l'Italia per tutti questi anni - replica Letta - Con il sistema che abbiamo oggi Draghi e il governo Draghi hanno funzionato. Io farò di tutto perché la Costituzione non venga mai cambiata".
Sui diritti lo scontro si accende. La leader FdI ribadisce il suo no alle adozioni per le coppie omosessuali: "I bambini hanno bisogno di un padre e una madre". Letta: "I bambini hanno bisogno di amore". Per il leader del Nazareno il confronto serve poi a ribadire la linea: il voto del 25 settembre "è un bivio, una specie di referendum. Come con Brexit".
"Niente larghe intese" - E ancora. "Se vince questa destra ci porterebbe molto lontano dai valori europei. Noi abbiamo detto che il governo Draghi sarebbe stato l'unica e irripetibile esperienza di larghe intese. Da questo voto usciremo o noi o Meloni, Salvini e Berlusconi. Noi non abbiamo alcuna intenzione di aprire altre stagioni di larghe intese. O sarà maggioranza o sarà opposizione", ribadisce. Meloni rassicura sugli alleati: al governo il centrodestra "durerà, lo abbiamo già dimostrato, lo facciamo ottimamente a livello regionale e comunale, stiamo insieme per scelta e non per necessità". Poi una certezza comune: no a un governo di larghe intese con dentro sia il Pd che FdI.
Arriva la replica di Carlo Calenda, che da giorni insiste per un confronto a quattro e che ha affittato uno studio tv e organizzato un 'contro confronto' in differita: "Questo sembra un dibattito tra Sandra e Raimondo senza alcun senso. Non è vero quello che dice Meloni, sono stati contro il Pnrr come contro il Mes", assicura. E Renzi: "Meloni o Letta? Io scelgo Draghi".
Salvini, stoccata a Giorga Meloni - Salvini, nella sua "sfida" a Giorgia Meloni non manca di dare una stoccata all'alleata sul tema degli aiuti per il gas: sui 30 miliardi lei tentenna e non la capisco, dice. "Il mio obiettivo alle prossime elezioni è arrivare primo, non gioco mai per arrivare secondo o terzo", ha assicurato.