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Oltre 620 milioni in multe per l'Italia, violate norme Ue sull'ambiente

Tra le infrazioni: mancata gestione dei rifiuti in Campania, discariche illegali e irregolarità su fogne e depuratori nelle aree urbane

ansa

 L'Italia ha violato le norme dell'Ue in materia di ambiente. Dal 2015 continua a pagare multe per ben oltre 620 milioni di euro, tra le infrazioni ci sono la mancata gestione dei rifiuti in Campania, le discariche illegali e lo scarico di acque reflue in aree sensibili. Il dato emerge dal rapporto della Commissione europea sullo stato di attuazione della legislazione ambientale nei paesi membri. 

Una storia ultradecennale - "Servono interventi supplementari per garantire che lo smaltimento dei rifiuti in Italia avvenga nel rispetto del diritto dell'Unione" indica così la Commisione. L'Italia pagherà fino a quando tutte le violazioni non saranno completamente sanate. Le infrazioni hanno storie ultradecennali. Si inizia con il caso delle discariche illegali aperto nel 2003, chiuso nel 2014 con un forfait di 40 milioni, più 43 milioni ogni sei mesi (con sconto per ogni discarica messa a norma). Nel 2022 l'Italia stava ancora pagando ammende per 29 discariche irregolari, il 75 % delle quali nel Sud.

C'è poi da considerare la questione delle fogne e dei depuratori mancanti o non a norma nelle aree urbane della Penisola. Per il momento solo una procedura di infrazione iniziata nel 2004 è arrivata all'esito finale nel 2018 (con una multa di 25 milioni 'una tantum' e oltre 30 milioni di sanzione per ogni semestre). Bruxelles ne ha avviate altre nel 2009, 2014 e 2017. Infine c'è il caso Campania aperto nel 2007 e chiuso nel 2015 con una multa di 20 milioni una tantum e 120mila euro per ogni giorno di ritardo.

Luci e ombre - L'Italia, insomma, bocciata sui rifiuti, sulla qualità dell'aria e sulla designazione delle zone protette Natura 2000. Promossa, invece, per stimolare l'economia circolare e mettere a punto i piani per i bacini idrografici.

Si legge nel rapporto di Bruxelles che con il Pnrr l'Italia ha una opportunità in più per mettersi in regola e porre fine all'emorragia di risorse pubbliche. Il piano prevede non solo una strategia nazionale per l'economia circolare, ma anche un programma nazionale di gestione dei rifiuti e investimenti nel trattamento delle acque reflue urbane. 

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