JAZZ MEETING

Tony Esposito racconta in musica le sue origini

Il musicista, ospite di Jazz Meeting, è protagonista della 13esima edizione del Festival Culatello&Jazz a Roccabianca, in provincia di Parma

di Giancarlo Bastianelli

© IPA

Venerdì 9 settembre a Roccabianca tredicesima edizione di Culatello & Jazz, la rassegna artistica e gastronomica nel cuore della Bassa parmense che intreccia i sapori unici del territorio alle contaminazioni musicali del jazz contemporaneo, realizzata da Associazione Castello Eventi e Spirito Verdiano con il patrocinio del Comune di Roccabianca, Bassa Parmense e il local partner Parma Calcio. A partire dalle 20, l’evento presenterà anche quest’anno la sinestesia unica di note e gusto che ha caratterizzato Culatello&Jazz sin dalla prima edizione. La cena gourmet con protagonista assoluto il Culatello di Parma, presidio Dop, simbolo della sapiente tradizione gastronomica italiana e prodotto rinomato a livello internazionale. Il jazz porterà sul palco improvvisazioni inedite nella splendida cornice del castello quattrocentesco di Roccabianca grazie alla performance di alcuni tra i più rinomati strumentisti italiani: il leggendario percussionista Tony Esposito, che racconterà in musica le sue origini portando sul palco una commistione unica di suoni e tradizioni mediterranei, tra cui le note di dischi come Vai mo’ di Pino Daniele e gli album solisti Rosso napoletano, Processione sul Mare, Gente distratta e La banda del sole.

Un sound a cavallo fra rock e jazz, funky e global music, con al suo fianco musicisti di spicco come Gigi De Rienzo e lo special guest Antonio Faraò, tra i più apprezzati pianisti jazz nazionali, vincitore del prestigioso Concorso Internazionale Piano Jazz Martial Solal nel 1998 a Parigi e del premio ACEG come miglior pianista nel 2019.

A Tony Esposito percussionista, compositore e ricercatore, gradito ospite a “Jazz Meeting”, abbiamo chiesto come è nata l’ìdea di dare vita al progetto… "Parlando con Antonio Faraò, musicista che fa parte del progetto ed è considerato tra i maggiori pianisti jazz italiani - spiega Tony Esposito - pensavamo di riprendere i miei brani degli anni '70, un periodo dove la ricerca era al centro di tutto. Riarrangiandoli, abbiamo deciso di proporli di nuovo allo scopo di farli conoscere e se possibile apprezzare, anche alle generazioni più giovani. Oltre a Faraò mi affianca in questo progetto anche Gigi de Rienzo, bassista che era con me fin dai primi lavori". 

A chi si rivolge in particolare “Tony Esposito – Le origini”?
Ci rivolgiamo soprattutto ai giovani, per fare capire loro che il linguaggio musicale è importante. Oggi i computer hanno tolto molta creatività. La minaccia è che la musica suonata possa sparire, come seppellita dalla tecnologia che consente a chiunque di suonare o cantare. Con questo progetto, grazie ai bravissimi musicisti che mi accompagnano, vorremmo fare emergere l'aspetto più genuino e immediato della musica.

Specialmente all’inizio della tua carriera, hai “faticato” a far passare il concetto che anche le percussioni comportino uno studio.
Assolutamente, all'inizio la sfida dura era quella di fare capire che ogni strumento ha un suo valore, ad esempio mi accadde che quando mi fu chiesto di passare davanti ad un microfono, io volli continuare ad essere un musicista, lasciando ad altri il canto. Accadde per Gianluigi di Franco che ha cantato in alcuni dei miei brani più conosciuti dal pubblico; è stato un cantante, ma anche un ricercatore ed un didatta, un artista completo scomparso prematuramente,  una grande perdita.

Ci sarà un omaggio a un artista con il quale hai lavorato e avuto grandi consensi, di critica e di pubblico...
Sì, un omaggio a Pino Daniele, un artista che portava avanti il valore della musica strumentale. 

Quello trascorso con lui fu un bellissimo periodo, ricco di esperienze positive.

Di lui potrei parlare per ore, ho assistito alla crescita di uno dei migliori musicisti che il mondo abbia avuto, apprezzato ovunque: dall'Italia, al Brasile agli Stati Uniti. Lui apriva i miei concerti alla fine degli anni 70, anche grazie al produttore che avevamo in quel periodo Willy David.

Le tue esperienza con lui e con altri grandi musicisti sono state molto formative per te...
Sì, anche perché oltre i confini del nostro Paese c'è stata tanta competitività. Con i Saint Just suonai con Alan e Jenny Sorrenti nel periodo del prog degli anni ‘70, con molte idee che arrivavano soprattutto dal Regno Unito. Fui anche tra i musicisti che suonarono con Lucio Battisti  in "Anima Latina", un album che a distanza di tanti anni è ancora considerato un punto di riferimento, per il suo essere innovativo e per certi versi senza tempo. Suonai anche con il Perigeo le percussioni ne “La Valle dei Templi”.

Progetti futuri?
Vorrei realizzare un disco con i musicisti che mi accompagnano in questo progetto, per fermare in un certo qual modo su un supporto quello che è stato ed è il nostro lavoro, ma anche portare “Tony Esposito – Le Origini” dal vivo in giro per l'Europa.

Il concerto di Roccabianca, per Culatello & Jazz, sarà aperto dal quintetto formato da Marco Brioschi alla tromba, Nico Menci al pianoforte, Michele Bianchi alla chitarra, Giacomo Marzi al contrabbasso e Paolo Mozzoni alla batteria.