Ci sono persone che non fanno un passo senza aver analizzato tutti gli aspetti di una situazione e altre che si buttano a capofitto in modo quasi temerario: le prime si appoggiano alla razionalità e alla logica, le seconde all’istinto e al sesto senso. Con il senno del poi, a volte si scopre che la mente è stata la guida giusta, ma in altri casi reagire “di pancia” è stato la cosa migliore. il vero problema è capire come destreggiarsi quando la testa ci suggerisce certi comportamenti, mentre il nostro istinto ci spinge nella direzione esattamente opposta. A chi è meglio affidarsi in questi casi?
L’INTUIZIONE NON È IRRAGIONEVOLE – Spesso pensiamo che prendere una decisione basandosi su un’intuizione sia andare contro la ragione. In realtà non è così: l’intuizione è sempre una forma di conoscenza, in questo caso diretta e immediata della realtà, basata su esperienze del passato e su sentimenti ed emozioni dei quali abbiamo riconosciuto la veridicità. È quindi sbagliato contrapporla al pensiero logico: secondo la filosofia è una forma di sapere non spiegabile a parole, che si rivela per lampi improvvisi, ma che conduce comunque alla verità. Solo l’esperienza diretta e personale può insegnare a ciascuno quanto può fidarsi delle proprie intuizioni e quindi quanto valore dare al proprio istinto.
PERCHÉ SI DICE RAGIONARE “DI PANCIA” – La scienza ha dimostrato che l’intestino non è solo un organo che presiede alla digestione, ma è un vero e proprio “secondo cervello”, dotato di un tessuto neuronale autonomo, capace di elaborare sensazioni ed emozioni, a partire da gioia e dolore. Del resto, il 90% della produzione di serotonina, l’ormone della felicità, è prodotto proprio a livello addominale. Tra cervello e pancia, dunque, esiste una connessione diretta e privilegiata, come dimostra anche il fatto che spesso ansia e stress si ripercuotono proprio in questo distretto del corpo. Ragionare “con la pancia”, dunque, significa lasciare spazio alle emozioni nelle nostre scelte.
LA RAGIONE: NON SOLO SCHEMI - Il pensiero razionale, al contrario, si basa su quello che sappiamo che abbiamo imparato nel corso degli anni, oltre che su una serie di valori e di giudizi condivisi dalla società in cui viviamo. L’esperienza di ciò che possiamo vedere e toccare, il confronto con ciò che abbiamo imparato in passato e sull’interpretazione della realtà che persone autorevoli hanno dato sono gli strumenti che guidano la riflessione in base alla quale si prende una decisione “razionale”. Chi si affida alla logica, di solito valuta i pro e i contro, analizza tutte le possibili soluzioni e alla fine sceglie quella che gli pare più soddisfacente.
DI TESTA O DI PANCIA? - Difficilmente esistono persone interamente razionali e altre totalmente istintive, però è vero che alcuni sono più portati alla ponderazione e altri a seguire il proprio impulso. Dato che istinto e razionalità sono entrambe forme di conoscenza, il giusto mezzo è come sempre la soluzione ideale, anche perché spesso siamo chiamati a decisioni immediate, per le quali non c’è il tempo di effettuare una lunga analisi: fidarsi del proprio istinto, in questi casi, è quasi indispensabile. Per questo può valere la pena mantenerlo, per così dire, “allenato”, verificando poi se abbiamo avuto successo. In effetti, anche quando ci pare di agire d’istinto, in realtà ci affidiamo a una lunga serie di conoscenze pregresse e di valori sociali che abbiamo assorbito nel corso della vita e che ci guidano anche al di là di quanto ci rendiamo conto.
UNA QUESTIONE DI SPAZIO – Ma che fare quando, davanti a una scelta importante, la mente ci indica una direzione e il cuore quello opposta? Un possibile equilibrio potrebbe venire nell’applicare a se stessi, una sorta di “controllo qualità”: chi ha una propensione molto razionale, dovrebbe almeno ogni tanto cercare di allentare il controllo e lasciarsi andare al sentimento, mentre chi sa si essere molto impulsivo dovrebbe applicarsi ad imparare un maggiore autocontrollo. In pratica, dovremmo imparare a lasciare spazio al moto opposto a quello che ci viene più spontaneo. Chi tende a usare solo la testa potrebbe seguire ogni tanto il sentimento, ma dopo aver immaginato dove questo lo può portare e quali potrebbero essere le possibili contromisure in caso di fallimento. Gli impulsivi, al contrario, prima di buttarsi a capofitto in una situazione, possono fermarsi ad analizzare quali sono le ragioni logiche che lo spingono a certi passi. In entrambi i casi, invece, sembra che chiedere consiglio a una terza persona non sia una soluzione così affidabile: secondo la psicologia, infatti, tendiamo a rivolgerci a chi la pensa come noi, ovvero è portato a suggerirci proprio quello che vogliamo sentirci dire.