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Angela Celentano, una nuova pista arriva dall'America Latina

Grazie a una foto e ad altri elementi vagliati si riaccende la speranza dei genitori della bimba scomparsa sul Monte Faito nel 1996

Tgcom24

Una foto, un'incredibile rassomiglianza con una delle altre figlie, un neo e rapporti stretti con la Campania nella seconda metà degli anni Novanta. Sono gli elementi che riaccendono le speranze di Maria e Catello, i genitori di Angela Celentano, la bimba scomparsa all'età di 3 anni sul Monte Faito il 10 agosto 1996, durante una gita in famiglia. A parlare della segnalazione l'avvocato Luigi Ferrandino: "E' giunta a giugno dal Messico e dopo attività private siamo venuti in possesso di una foto della ragazza, incredibilmente somigliante con un'altra delle sorelle Celentano".

C'è anche  un neo che potrebbe corrispondere a quello che aveva la piccola e ci sono i rapporti degli attuali genitori di questa ragazza, che risiede in un Paese latino-americano, più precisamente in Messico, con la Campania e con Vico Equense, città dove risiedono i Celentano. " Quando una delle figlie dei coniugi Celentano ha visto una foto della ragazza ha esclamato: 'Ma sembro proprio io!'", ha agggiunto l'avvocato.

Alla base della vicenda, dunque, una segnalazione, l'ennesima che ha raggiunto i coniugi Celentano. "Di questo tipo di indicazioni - ammette il legale che da sempre segue la famiglia - ne arrivano di continuo. Tutte passano al vaglio ma solo alcune vengono da noi poi attivamente seguite".

Stavolta quella giunta dal Messico ha acceso una speranza: "I genitori di Angela, però, - ammonisce Ferrandino - non si fanno particolari illusioni. Ma certo ora sono presenti diversi elementi. Detto dell'incredibile somiglianza con una delle figlie della coppia, c'è la foto di un neo sulla schiena che potrebbe corrispondere a quello che aveva la piccola Angela. E poi ci sono rapporti che i genitori di questa ragazza hanno avuto con l'Italia in quegli anni, in particolare con la Campania e con Vico Equense".

"Va precisato - spiega ancora Ferrandino - che finora non è stata interessata né l'autorità giudiziaria italiana né quella del Paese dove risiede la ragazza. Ci stiamo muovendo con contatti privati, soprattutto perché i tempi della giustizia sono diversi e meno celeri di quelli dell'attività autonoma. A dire il vero, alla fase in cui siamo servirebbe un test del Dna".

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