5 settembre - Tra poco lascerò per la 42ma volta consecutiva la Mostra alle mie spalle per realizzare lo speciale MAG Venezia che andrà in onda l'11 settembre su Italia Uno subito dopo "Studio Aperto2. Scriviamo subito che vivere nello stesso hotel-quartier generale degli hair-stylist di tutto il festival ci ha insegnato tantissimo su extensions, chignon e fatto incontrare tanti amici. Pare che l’oggetto del desiderio delle star sia lo steampod, una piastra che liscia in un baleno i capelli increspati dall’umidità della Laguna, solcata in questi giorni dal Lider Màximo dei coiffeur Roberto d’Antonio costretto a muoversi in vaporetto col suo staff per recarsi da questa o da quella vista la mancanza di motoscafi causa Regata Storica. Una notizia che ha fatto rumore e anche molto sorridere. E’ il momento di salutare i lettori di questa rubrica ma non di salutare la Mostra, che continua fino ai premi del 10 settembre. Credo che tra i film già passati fino a oggi ci siano già parecchi candidati: da Cate Blanchett per il suo film "Tar", (migliore attrice) alla bravissima attrice transgender Tracy Lysette per "Monica", del nostro Andrea Pallaoro. L’acclamatissimo Thymotée Chalamet di "Bones at All" potrebbe contendersi la Coppa Volpi per il miglior attore con il monumento vivente Ricardo Darìn, da decenni il più bravo e famoso attore del Sud America, che in "Argentina 1985" è il giudice Strassera, responsabile delle indagini contro il regime del generale argentino Videla. La Coppa Mastroianni per il miglior esordiente ha già una candidata italiana, l’adolescente Luana Giuliani, eccezionale nell’"Immensità" di Emanuele Crialese, interpretato, anzi, sovrastato dalla bravura di Penélope Cruz che, ormai, è diventata la nuova Sofia Loren 2.0. Un piccolo aneddoto: Cruz e Loren erano insieme nel cast di "Nine", il musical tratto da Fellini 8 ½ del 2009, e già allora – ad esempio durante le interviste fatte insieme, Penélope prima di rispondere guardava Donna Sofia come a cercare un cenno di approvazione per quello che stava per dire. Poi la Loren rispondeva “E dici, dici” e Cruz si lasciava andare a quelle sue risposte emozionate, che lasciavano il segno, SE Penélope non avesse già vinto la Coppa Volpi l’anno scorso per "Madres Paralelas" di Pedro Almodovar saremmo certi che questo sarebbe il suo anno. Si sa che Paganini non ripete ma chissà, magari la Mostra invece sì.
4 settembre - La frase più bella sul cinema americano è del leggendario Truman Capote: ”E’ meglio la morte a Venezia che la vita a Hollywood”. Ma in questa Venezia la vita brulica, serpeggia e, almeno nei film, esplode con personaggi indimenticabili tra i quali, almeno finora, è del tutto assente “il divo” per eccellenza, la grande star maschile, quel mix di fascino, seduzione ed eleganza – per intenderci – che in molte edizioni della Mostra è stato incarnato da George Clooney. Ecco due personaggi indimenticabili di quest’oggi al Lido: Penélope Cruz: dopo i due film alla Mostra dell’anno scorso, anche quest’anno l’attrice spagnola premio Oscar fa il bis con altre due pellicole la prima delle quali è italiana, in concorso, ovvero L’immensità di Emanuele Crialese. Nel film Penélope è una mamma borghese spiritualmente travolta dallo sgretolarsi del proprio matrimonio, ma ferma nella comprensione complice verso i propri figli, in particolare verso Adriana, dodicenne, che rifiuta il proprio sesso e vorrebbe chiamarsi Andrea. E’ lei che vede la mamma al posto delle grandi star della tv di quel periodo (siamo a metà anni 70). E così Penèlope è Raffaella Carrà che in Milleluci (1974, show firmato da Antonello Falqui) duettava con Adriano Celentano in Prisincolinencionalciusol, e ancora è Patty Pravo che canta -in mezzo primo piano !!!- Pazza Idea a Teatro Dieci (lo show Rai che andava in onda da Napoli). L’impersonificazione di Penélope è tale da far sembrare il miglior Talrae quale show come un gioco tra bambini. Unforgettable. Elodie: finora soltanto cantante, con videoclip ultrasexy, Elodie debutta nel cinema di serie A come protagonista assoluta del crudo noir mafioso Ti mangio il cuore di Pippo Mezzapesa con star del calibro di Tommaso ragno e Michele Placido. E’ una giovane ma già straordinariamente consapevole del fortissimo potere che il proprio corpo le da sugli uomini di clan mafiosi, ferocissimi e rivali, in quel del Gargano. Un debutto intensissimo, maturo, energico visto oltretutto che lei è nel 90% delle inquadrature. Oltre che nel pop, anche nel cinema italiano da oggi c’è una nuova stella. Vedremo.
3 settembre - L’amore in Mostra. Da molto tempo non ricordavamo una partenza del Festival così bruciante, sensuale, carnale ed estrema come questa prima raffica di film al Lido. Bisogna risalire al 1999 (C’era già Alberto Barbera come Direttore!) quando il film di apertura fu Eyes Wide Shut di Stanley Kubrick, con la coppia Cruise-Kidman già in crisi conclamata, per respirare quel clima di emozioni profonde e contrastanti che solo i grandi film sulla coppia e, più in generale, sull’amore riescono a creare e ad imprimere nella memoria di ogni spettatore. Amore a pagamento, anche, come quello delle prostitute-schiave nigeriane del film Princess, dell’italiano Roberto de Paolis, o transessuale, come le vere, cinque trans in Le favolose, di Roberta Torre, o tra etero e drag-queen in Three A Nights di Florence Guelou (apertura della Settimana della critica), amore filiale un po’ ovunque, sentimenti transgender nel film Monica, protagonista la splendida attrice transgender Tracy Lysette e, infine, l’amore cannibale dell’eroe delle teenager Thymotée Chalamet, 26 anni. Chi ha tremato davanti alle streghe del remake di Suspiria, firmato da Luca Guadagnino quattro anni fa e presentato proprio a Venezia, si prepari ad altre convulsioni “very disturbing” per molti momenti di Bones at All, in italiano Fino all’osso in cui, dopo circa 15 minuti, la giovane cannibale Taylor Russell invitata ad una festa di studenti stacca con un morso un dito ad una coetanea. Ma i cannibali sono tra noi e prima o poi la ragazza affamata incontra il bellissimo Chalamet anch’egli seguace della medesima dieta. Il nostro inviato al cospetto delle star, il Conducator degli hair-stylist Roberto D’Antonio ha curato anche quest’anno il look dell’ attrice canadese Sarah Gadon, un mix di bellezza incredibile tra Grace Kelly e la raffinatezza di Audrey Hepburn. La star, 35enne, è nel cast della fiction americana su Enzo Ferrari, in fase di riprese a Modena. Nel cast, ci sono anche Adam Driver e Penelope Cruz, entrambi al Lido con tre film in totale. Malizia: ma non è che hanno scelto i loro film perché al Lido, che sta a due-tre ore di macchina da Modena, erano certi della presenza delle due star? Ah, saperlo!
2 settembre - L'arma segreta del cinema è l'autoironia, praticata da sempre dai veri, grandi talenti (assieme all’umiltà). Da Fellini a Bergman, da John Wayne ad Alberto Sordi, i grandi maestri del cinema sono ben consapevoli di essere innanzitutto degli intrattenitori al servizio del proprio pubblico che paga per vedere i loro film. In questa Mostra del Cinema, che trattiene il respiro sotto il peso (che dovrebbe essere una spinta) dei propri 90 anni appena compiuti, l'autoironia è quella della due volte premio Oscar Cate Blanchett che, davanti alla standing ovation di sei minuti per la sua performance nel film "Tar", sussurra "bene, adesso andiamo a bere qualcosa2. O la semplice leggerezza di un altro Premio Oscar, il talentuoso Alejandro Inarritu, che alle osservazioni sull'evidente influenza di Fellini nelle tre ore del suo film autobiografico "Bardo" (come "8 1/2 "lo fu per Federico Fellini) risponde con un sorriso "ma Fellini è un santo protettore!", mentre suona quanto meno originalissima la frase di Lars Von Trier (collegato in streaming a causa del Parkinson) "la solitudine è un piacere". Nella puntata del 31 agosto accennavamo all'ufficializzazione del "fidanzamento" tra la Mostra e Hollywood dopo cinquant’anni di diffidenza americana - a favore di Cannes - mentre questo ultimo decennio, invece, ha visto ii palese corteggiamento di Los Angeles verso il Lido. La ragione di questa totale inversione di rotta? Semplice. Dal 2011 con "Il Cigno nero" di Darren Aronofsky, i grandi film USA che aprono la Mostra, o anche soltanto presentati al Lido, sono stati premiati con uno o più Oscar subito dopo. La lista è lunga, e continua con "Gravity" di Alfonso Cuaròn, "Birdman" di Inarritu e ancora "La forma dell’acqua" di Guillermo Del Toro via dicendo di capolavoro in capolavoro. Ecco allora che l'Academy Awards , che gli Oscar li assegna dal 1929, si è decisa fare il grande passo, inviando al Lido il proprio Direttore Generale Bill Kramer in una sorta di gemellaggio/rito propiziatorio e molto divertente con i vertici della Mostra. Morale: qual è l'algoritmo scientifico che governa il mercato e gli investimenti finanziari del cinema mondiale? La scaramanzia. Ci chiede come sempre la linea il nostro inviato al fianco delle star Roberto D’Antonio, ideologo degli hair stylist: "Ho ricevuto un messaggio da Cate Blanchett in cui questa donna straordinaria si è quasi scusata con me, dispiaciutissima per non essere riuscita a farmi curare il suo look anche questa volta come tutte le altre in cui è stata al Lido. E' in tour per il suo film con un team che la segue in tutte le tappe, compreso il festival di Telluride (negli USA, ndr). Adoro Cate e ho già pronta una proposta per lei per la prossima volta". A domani.
1 settembre - Melancholia, per citare Lars Von Trier che ieri presentava a Venezia la sua prima serie tv: si perché sembra una strana Mostra del cinema questa del 90esimo anniversario. La novità che colpisce immediatamente è la presenza dei fan a bordo red carpet, ma la festa latita, l'entusiasmo è trattenuto e la riposta è duplice. Da un lato il film di apertura, "White Noise" con Adam Driver (il pubblico italiano lo conosce: era Maurizio Gucci in "House of Gucci", ma di sicuro non è Tom Cruise né Johnny Depp né George Clooney), richiama con le sue due ore dedicate alla paura della morte le attuali condizioni di pesante incertezza che stiamo vivendo e sulle quali ha posto il suo inesorabile, tristissimo commento anche Volodimir Zelensky in collegamento con la serata di apertura. Dall’altro, con le sale cinematografiche ridotte ai minimi storici e ormai scavalcate completamente da tv e piattaforme, la sensazione generale è quella del Titanic cinque minuti prima dello scontro con la montagna di ghiaccio. La domanda è: l'iceberg si può ancora evitare ? Il distacco del pubblico dai film che non sono immediatamente visibili a casa (e con costi infinitesimali rispetto al biglietto del cinema) è recuperabile, a favore dei cinema ? E' possibile andare contro il progresso tecnologico ? Domande che girano per il Lido come i piccioni a Piazza San Marco. Oggi due film in concorso (23 in totale di cui 5 italiani) per palati fini: "Tar" (sul cui titolo abbiamo scherzato nella puntata di ieri) con Cate Blanchett, e "Bardo", del genio messicano Inarritu, che sembra sempre più lontano - come appeal - dai capolavori "Bird Man" e "The Revenant" (entrambi premi Oscar). Basteranno a scaldare un po' gli animi ? Nel frattempo arrivano gli appunti di Roberto D'Antonio, il re degli hair-stylist che ieri si è dedicato al look delle produttrici italiane trasformandole in altrettante principesse: Federica e Paola Lucisano, Tilde Corsi, Francesca Cima e Marta Donzelli, ad esempio "anche se la più chic era Roberta, meravigliosa"! Be’, parlando di Roberta Armani, la nipote di Re Giorgio, non poteva che essere così. Nomen omen.
31 agosto - "Venezia è una vecchia signora, affascinante ma con l'alito cattivo2. La definizione magistrale è di Dino Risi, il regista del Sorpasso, e risale ad almeno trent’anni fa. Figurarsi oggi, che la Mostra del Cinema consolida con i suoi 90 anni (fu inaugurata il 6 agosto del 1932) il proprio primato mondiale come più antico festival della Storia del Cinema (il secondo, Cannes, si aprì solo nel 1946). Tra la guerra e le chiusure dovute alle contestazioni sessantottine, le edizioni sono 11 in meno rispetto agli anni. Ecco spiegato l’apparente contraddizione tra il 90esimo compleanno e la 79esima edizione della Mostra. Tra le note festivaliere di questo primo giorno, oltre al ritorno in massa dei fans a bordo passerella, l’arrivo di una sinceramente emozionata Julianne Moore, premio Oscar e Presidente della Giuria accolta tra le braccia del Direttore della Mostra Alberto Barbera con relative foto scattate dai paparazzi urlanti, la sontuosa festa di preapertura offerta all’Hotel Danieli dalla rivista top dello showbiz internazionale "Variety" su cui si è pronunciato con un filo di sarcasmo lo storico ex Presidente della Biennale Paolo Baratta: “Ci hanno snobbato per decenni scrivendo che la Mostra era dominata dalla politica e le nostre selezioni dei film erano frutto di compromessi sospetti. Oggi scrivono che siamo il non plus ultra dei festival mondiali. Una piccola soddisfazione per tutti gli splendidi addetti che realizzano ogni anno la Mostra del Cinema”. La star dell’antivigilia è stata la ex-prostituta nigeriana protagonista di "Princess2, che, grazie a questo film autobiografico dell’italiano Roberto De Paolis, ha commosso la stampa dichiarando che “prima del film ero una cosa, e dopo finalmente sono diventata un essere umano!”. Il nostro inviato nelle inaccessibili stanze dei vip, l’hair stylist Roberto D’Antonio, è già al lavoro col suo staff, scambiato per un importante produttore dal personale del Danieli, si è ritrovato a farsi fotografare dal personale dell’hotel. Sulla bocca di tutti Cate Blanchett, in arrivo al Festival col film "Tar" (si prevedono ricorsi amministrativi al TAR di Venezia per l’omonimia), in copertina su un diffuso settimanale italiano così “rinnovata” da somigliare a Laura Pausini quando aveva vent’anni. La star più attesa ? Il virologo Matteo Bassetti, che sbarcherà il 2 settembre per la festa di "Diva e donna". A domani.