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Diana Pifferi, quei vestitini ancora stesi a un mese dai funerali: "Quanto dolore"

A Ponte Lambro, il quartiere nella periferia di Milano nel quale viveva la bimba morta di stenti, la comunità è ancora scossa: "Non vogliamo dimenticare, speriamo che la mamma Alessia non torni mai più"

Tgcom24

"Fa troppo male, ma non possiamo dimenticare". C'è una parte del quartiere nel quale viveva la piccola Diana Pifferi che non riesce ancora a darsi pace: quella morte di stenti resta per molti di loro una macchia, quasi una colpa, perché non avevano capito. E così, a un mese esatto dai funerali della bimba di Ponte Lambro, ci sono ancora i suoi vestitini stesi, arsi dal sole, e un passeggino accartocciato sul pianerottolo. Ricordi dolorosi ai quali però i suoi vicini non vogliono rinunciare.  

Milano, bimba lasciata morire di fame e sete: arrestata la madre

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"Evito di passarci - racconta una signora a Repubblica - perché fa male guardare quei vestitini ancora lì stesi". Ma in quel quartiere della periferia sud-est di MIlano si fa fatica a non pensare a quanto accaduto:  "Anche se abbiamo tanti problemi  - racconta un'altra vicina di casa di Diana -  dalle bollette alla spesa, noi che per mangiare andiamo a prendere i pacchi in chiesa non vogliamo e non riusciamo a dimenticare".

Resta un profondo senso di ingiustizia e tanta rabbia nei confronti della mamma, Alessia Pifferi, che tutti si augurano di non rivedere più: "Speriamo resti in carcere tutta la vita", dicono anche oggi. "Il suo gesto è stato orrendo, non potrà tornare nella casa dove viveva prima perché nessuno qui la perdonerà mai".

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Una comunità scossa, che prova a trovare conforto in quei cimeli lasciati lì, in memoria della piccola Diana, per non dimenticare mai, anche quando i riflettori della cronaca saranno ormai spenti. 

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