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Caso Dugina, Santa Sede: "Chiara condanna del Papa alla guerra avviata dai russi"

Gli interventi del Pontefice "hanno come finalità quella di invitare i fedeli alla preghiera, e tutte le persone di buona volontà alla solidarietà e agli sforzi per ricostruire la pace"

Ansa

Le parole di Papa Francesco sulla guerra in Ucraina "vanno lette come una voce alzata in difesa della vita umana e dei valori connessi a essa, e non come prese di posizione politica". In particolare sulla "guerra di ampie dimensioni in Ucraina, iniziata dalla Federazione Russa, gli interventi del Santo Padre sono chiari e univoci nel condannarla come moralmente ingiusta, inaccettabile, barbara, insensata, ripugnante e sacrilega". Lo afferma la Santa Sede in una nota, dopo le polemiche dei giorni scorsi per le parole del Pontefice nei confronti di Daria Dugina "vittima innocente della guerra".

Mosca, l'ultimo saluto a Daria Dugina | Il padre Alexander: "E' morta per il popolo, per la Russia"

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Centinaia di persone a Mosca hanno partecipato ai funerali di Daria Dugina, figlia dell'intellettuale Alexander, uccisa in un attentato nella capitale. Molti partecipanti alla cerimonia funebre hanno portato fiori nel centro televisivo Ostankino dove il ritratto della giovane in bianco e nero è stato esposto su una bara aperta. Seduti accanto il padre e la madre vestiti di nero. "E' morta per il popolo, per la Russia, al fronte. Il fronte è qui", ha detto Dugin durante la cerimonia.

Gli interventi del Pontefice, afferma ancora la Santa Sede, "hanno come finalità per lo più quella di invitare i Pastori e i fedeli alla preghiera, e tutte le persone di buona volontà alla solidarietà e agli sforzi per ricostruire la pace".

"In più di un'occasione, come anche nei giorni recenti - prosegue la nota -, sono sorte discussioni pubbliche sul significato politico da attribuire a tali interventi. Quanto alla guerra di ampie dimensioni in Ucraina, iniziata dalla Federazione Russa - sottolinea quindi la Santa Sede -, gli interventi del Papa sono chiari e univoci nel condannarla come moralmente ingiusta, inaccettabile, barbara, insensata, ripugnante e sacrilega".

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