Nell’agosto del 1982, ormai ben quarant’anni fa, l’allora vispa Commodore lanciava sul mercato quello che sarebbe rapidamente diventato il principe dei computer a 8-bit, ovvero il Commodore 64. Figlio dell’ottimo Vic-20, lanciato con successo appena un paio di anni prima, il nuovo computer cercava di proporre a un prezzo relativamente contenuto (costava poco meno di un milione di lire in Italia) una soluzione economica ma tutt’altro che limitata per chi volesse finalmente "informatizzarsi".
L’idea è analoga a quella del fratello più anziano, ovvero proporre una soluzione tutto-in-uno contenuta in una tastiera da collegare a un semplice televisore.
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La possibilità di sfruttare una TV anziché dover comprare un costoso monitor dedicato è sicuramente buona parte della chiave del successo del Commodore 64 - e di alcuni suoi "colleghi" come lo ZX Spectrum. Chiunque poteva portarsi a casa un completo personal computer con caratteristiche audiovisive decisamente notevoli, coadiuvato tra l’altro dall’uso di supporti magnetici assai economici: il software per Commodore 64 veniva infatti commercializzato su audiocassette, sebbene non mancasse la possibilità di abbinare al computer un costoso ma utilissimo lettore di floppy disk.
In Italia il Commodore 64 riceve un’ottima accoglienza dal pubblico, diventando la piattaforma a 8 bit più diffusa negli anni '80, come testimonia anche l’enorme quantità di riviste - spesso "munite" di un nastro con giochi e software, più o meno "legali" - che in quegli anni inondano le edicole, compresi complessi corsi che hanno rappresentato per molti italiani la vera introduzione all’informatica.
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Dai programmi di videoscrittura ai software per il calcolo delle tasse, su Commodore 64 c’era davvero di tutto per chi volesse farne un utilizzo serio, ma al di là di questo il gioiellino di Commodore ha anche rappresentato un importante compagno di giochi per tantissime persone. Coi suoi 16 colori su schermo, i 64 KB di memoria e una velocità del processore centrale di appena un MHz, questo volenteroso - e ben progettato - computer a 8-bit è infatti riuscito a dare vita a migliaia di videogiochi.
Molti sono stati conversioni di titoli da sala giochi, talvolta pessime ma molto spesso sorprendenti in quanto a qualità e fedeltà agli originali (che venivano gestiti da hardware ben più complessi e costosi). Chiunque abbia incrociato le versioni per Commodore 64 di Bubble Bobble, R-Type o Wonder Boy sarà sicuramente rimasto assai colpito dalla fedeltà che questo sistema riusciva a offrire.
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Non solo: decine e decine di splendidi videogame sono stati appositamente sviluppati per Commodore 64 o comunque convertiti assai bene da altri personal computer. Basta pensare a giochi come Impossible Mission, la serie di Ultima, Elite, M.U.L.E. e tantissimi altri videogame, spesso davvero molto complessi. I patiti di giochi sportivi trovavano poi nel Commodore 64 un compagno ideale, considerando la grande quantità di relativi videogame, tra cui ottimi esempi come Winter Games, Summer Games, Microprose Soccer e On Court Tennis.
Sebbene la maggior parte dei giochi per Commodore 64 fossero basati su una grafica 2D - solitamente gestita con notevole disinvoltura anche grazie a una buona progettazione delle capacità audiovisive del sistema - questo personal computer ha persino saputo dire la sua in ambito tridimensionale proponendo giochi in grafica poligonale come Stunt Car Racer, Driller o Project: Stealth Fighter che, sebbene evidentemente rudimentali per i nostri canoni attuali, rappresentavano all’epoca qualcosa di assolutamente all’avanguardia.
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Con una stima di diciassette milioni di esemplari venduti durante la sua lunga vita commerciale durata circa dieci anni, il Commodore 64 ha rappresentato un importante pilastro dell’informatica moderna, nonché un validissimo compagno di giochi che ha anche contribuito alla nascita di software house di primo piano, come Electronic Arts.
Chiunque volesse riprovare oggi l’ebbrezza di avviare un Commodore 64 e giocare con qualcuno dei suoi tantissimi videogame può farlo facilmente grazie a validi emulatori e soprattutto tramite il C64 Mini (e suo fratello TheC64) commercializzati da Retro Games Ltd., facilmente reperibili anche in Italia e inclusivi di joystick e di una buona serie di giochi pre-caricati.