La Russia ha bloccato l'adozione di una dichiarazione congiunta delle Nazioni Unite sulla Revisione del Trattato sulla non proliferazione delle armi nucleari. Mosca ha denunciato termini "politici" e così, al termine della conferenza dell'Onu, riunito a New York da quattro settimane, non si è arrivati all'accordo. I 191 firmatari del Trattato, che mira a prevenire la diffusione delle armi nucleari e a promuovere il disarmo completo, non hanno quindi trovato una linea comune, ha detto il presidente del vertice Gustavo Zlauvinen, nonostante un mese di trattative.
I motivi del no russo - Il rappresentante russo, Igor Vishnevtsky, ha infatti denunciato la mancanza di "equilibrio" nella bozza del testo finale, di oltre trenta pagine. "La nostra delegazione ha un'obiezione chiave su alcuni paragrafi che sono spudoratamente politici", ha affermato ripetendo più volte che la Russia non è stato l'unico Paese a manifestare obiezioni al testo. Il testo, arrivato in una sessione finale rinviata di diverse ore, non ha quindi ricevuto il via libera da tutti i firmatari del Trattato che, oltre a prevenire la proliferazione delle armi nucleari, ha anche l'obiettivo di promuovere il disarmo completo e la cooperazione nell'uso pacifico dell'energia nucleare.
Trattato e Zaporizhzhia - Secondo fonti vicine ai negoziati, Mosca è particolarmente contraria ai paragrafi riguardanti la centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia, occupata dall'esercito russo. L'ultimo testo arrivato sul tavolo sottolineava la "grande preoccupazione" per le attività militari intorno alle centrali ucraine, tra cui Zaporizhzhia appunto, la "perdita del controllo" da parte di Kiev di questi siti e "il significativo impatto sulla sicurezza".