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Kobe Bryant, alla moglie risarcimento di 16 milioni di dollari per le foto dell'incidente

La contea di Los Angeles dovrà pagare il maxi-risarcimento. Vanessa aveva fatto causa per gli scatti condivisi da agenti e vigili del fuoco con persone esterne all'indagine

Ansa

Una giuria federale ha stabilito che la contea di Los Angeles deve pagare alla vedova di Kobe Bryant, Vanessa, 16 milioni di dollari per le foto del corpo del marito sul luogo dell'incidente in elicottero del 2020 nel quale il campione Nba è morto. I nove giurati che hanno emesso il verdetto unanime hanno concordato con Vanessa e i suoi avvocati sul fatto che gli agenti e i vigili del fuoco che hanno scattato e condiviso immagini dei resti di Bryant e della figlia di 13 anni Gianna hanno invaso la sua privacy e aumentato la sua angoscia emotiva.

Usa, statua di Kobe e Gigi Bryant sul luogo dell’incidente

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Nel secondo anniversario della scomparsa, una statua in bronzo raffigurante Kobe Bryant e la figlia Gigi è stata posizionata sulla collina di Calabasas, a Los Angeles, luogo in cui hanno perso la vita dopo l'incidente in elicottero. L'opera, realizzata dallo scultore Dan Medina, è temporanea. Sul piedistallo sono stati incisi i nomi di tutte le nove vittime della tragedia.

Risarcimento anche per la famiglia Chester - Chris Chester, che nell'incidente ha perso moglie e figlia e che aveva intentato la causa insieme alla vedova di Kobe, ha ottenuto 15 milioni di dollari di risarcimento. Vanessa Bryant ha testimoniato in lacrime durante il processo, affermando che la notizia delle foto ha aggravato il suo dolore per la morte di suo marito e sua figlia, e che ha ancora attacchi di panico. "Vivo ogni giorno nella paura che spuntino fuori sui social media", ha detto.

Foto mostrate dagli agenti a persone esterne - Gli scatti erano stati mostrati da agenti e vigili del fuoco intervenuti sul luogo dell'incidente a persone esterne all'indagine, tra cui un barman e amici. I loro difensori hanno argomentato che le immagini non sono mai diventate pubbliche e che i superiori avevano dato prova di sollecitudine cancellando le foto dagli apparecchi elettronici dei soccorritori. 

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