Caro energia, al via l'iniziativa "Bollette in vetrina" | Noto bar di Firenze: "Da 4mila a 22mila euro, dov'è la politica?"
Confcommercio esorta gli esercenti a esporre in vetrina le spese per luce e gas. E dal capoluogo toscano arriva il grido d'allarme di alcuni pezzi storici della ristorazione locale a rischio chiusura
Un'iniziativa a livello nazionale "per mostrare ai cittadini e agli avventori di bar e ristoranti in quale situazione drammatica le imprese sono costrette a operare" a causa dei rincari dell'energia. Così Fipe-Confcommercio ha annunciato "una grande operazione di trasparenza" - ribattezzata "Bollette in vetrina" - che esorta i gestori dei pubblici servizi a esporre le cifre spese per luce e gas. Gli aumenti, ha spiegato l'associazione, "costringono gli esercenti a dover scegliere tra gli aumenti dei listini, finora assai modesti, e la sospensione dell'attività in attesa di un intervento risolutivo da parte del governo".
"Bollette triplicate" - Gli esercenti associati a Fipe-Confcommercio riceveranno nei prossimi giorni una cornice da appendere nei propri locali, proprio per mettere in bella vista le ultime bollette per il gas e l'energia elettrica, le cui cifre "sono triplicate rispetto a un anno fa". Come spiega Aldo Cursano, vicepresidente dell'associazione, si tratta di un'iniziativa che "ha l'obiettivo di rendere trasparente cosa sta succedendo oggi a chi gestisce un bar o un ristorante, anche nel tentativo di spiegare ai clienti perché stanno pagando il caffè un po' di più, con il rischio nei prossimi mesi di ulteriori aumenti".
Le richieste al governo - "Con aumenti dei costi dell'energia del 300% si lavora con una pistola puntata alla tempia. Se il governo non interviene o si agisce sui listini o si sospende l'attività. Contiamo sulla sensibilità dei cittadini e dei clienti perché fare lo scaricabarile dei costi è proprio quello che non vorremmo fare", ha aggiunto Cursano. Fipe-Confcommercio ha quindi chiesto al governo "di potenziare immediatamente il credito d'imposta anche per le imprese non energivore e non gasivore", al momento previsto al 15% per quanto riguarda le spese per l'energia elettrica. Un credito ritenuto "assolutamente non adeguato agli extra costi che le imprese stanno sostenendo ora". Ecco perché Cursano esorta l'esecutivo a "fare presto, altrimenti si rischia di innescare una spirale inflazionistica destinata a gelare i consumi".
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