Tensione e volatilità sui prezzi del gas naturale che ha toccato, nel corso della seduta nuovi massimi. Dopo aver aperto la giornata a 272 euro, il prezzo dei future scambiati ad Amsterdam ha sfondato quota 300 euro (toccando il record intraday di 302,995 euro al megawattora) per poi riassestarsi sotto la soglia a 290 euro.
Intanto, così come altri esecutivi europei - Germania in testa - anche il governo italiano sta lavorando al piano di risparmi energetici che avrà un'intensità crescente legata alla quantità di gas che potrebbe mancare, ma senza drastici razionamenti né imposizioni sui consumi domestici. Ai cittadini sarà però suggerito, attraverso una campagna pubblicitaria che partirà a settembre, di fare attenzione ai consumi.
Al momento, comunque, il nostro Paese non è prevede emergenze per l'inverno: le importazioni dalla Russia, che coprivano circa il 40% del fabbisogno, ora sono necessari per circa il 20%, e gli stoccaggi proseguono a buon ritmo, arrivando all'80% del fabbisogno e, ha assicurato il premier Mario Draghi, si prevede "il raggiungimento del 90% entro ottobre".
Più che sulle forniture, dunque, l'attenzione è concentrata sul prezzo della materia prima. "I costi - ha detto Draghi parlando al Meeting di Rimini prima che il gas toccasse il nuovo record - hanno raggiunto livelli insostenibili. Il prezzo del gas sul mercato di riferimento è da diversi giorni largamente sopra i 200 euro per MWh, con picchi poco sotto i 300 euro, più di dieci volte il valore storico".
L'Italia è dunque una ferma sostenitrice dell'introduzione di un tetto al prezzo del gas a livello europeo: inizialmente alcuni Paesi erano contrari, ma poiché la Russia, ha sottolineato il premier, "usa il gas come arma geopolitica", le posizioni sono cambiate. "Ora la Commissione è al lavoro su una proposta per introdurre un tetto al prezzo del gas" e "presenterà una riflessione su come slegare il costo dell'energia elettrica dal costo del gas". Anche perché, con l'aumento delle fonti rinnovabili, questo legame secondo Draghi "non ha più senso".
Intanto l'Ue ha varato un piano di risparmi che ora tocca ai singoli governi declinare. L'Italia ha ottenuto una deroga rispetto alla richiesta di un taglio del 15%: grazie agli stoccaggi realizzati e al fatto che esporta una quota del gas, il risparmio si potrà fermare al 7%, che in parte poggerà proprio sulla campagna per spingere i cittadini a fare attenzione. Spostare l'accensione dei riscaldamenti di 15 giorni, ridurla di un ora al giorno e di un grado di temperatura - hanno calcolato gli esperti - consente di risparmiare quasi 2,7 miliardi di metri cubi di gas annui.
Nel piano di risparmio, che è quasi pronto, non saranno comunque previsti obblighi per i cittadini. Mentre per quanto riguarda le imprese, in caso di allarme i primi risparmi saranno ottenuti tramite le imprese cosiddette "interrompibili", cioè quelle che possono modificare i cicli di produzione senza danni. Per questo - ha rivelato il presidente dell'Enea, Gilberto Dialuce - il Mite lancerà una manifestazione d'interesse per le aziende che sono disponibili a interrompere, in emergenza (se l'inverno fosse particolarmente rigido, o se la Russia interrompesse totalmente le forniture), il ciclo di produzione; molto probabilmente ciò sarà accompagnato da incentivi.
Contemporaneamente, però, l'Italia dovrà accelerare sulle fonti rinnovabili e anche sui due rigassificatori in mare che il governo ha programmato. Draghi lo ha ripetuto di nuovo: "Con i nuovi rigassificatori l'Italia sarà in grado di essere completamente indipendente dal gas russo dall'autunno 2024. È un obiettivo fondamentale per la sicurezza nazionale".