Sei mesi di guerra in Ucraina, Zelensky sfida Putin: "Ci riprenderemo la Crimea"
A Kiev il sostegno di Ue e Usa. Von der Leyen: "L'Ue non riconoscerà mai la Crimea come russa". Blinken: "La Crimea è Ucraina"
Alla vigilia del giorno che segna i sei mesi di guerra in Ucraina, il presidente Volodymyr Zelensky sfida Vladimir Putin: la vittoria, per Kiev, passa dalla "riconquista" della Crimea. Mentre a Mosca pezzi da novanta del Cremlino sfilano al funerale di Darya Dugina, nella capitale ucraina va in scena il secondo summit della Piattaforma per la Crimea, iniziativa lanciata l'anno scorso da Zelensky per sensibilizzare la comunità internazionale a non abbandonare la penisola al suo destino di occupazione russa.
Un anno fa, missione quasi impossibile. Oggi, invece, suona tutt'altra musica. Sul palco, seppure virtualmente, si sono alternati oltre 40 tra premier e capi di Stato, tra cui Emmanuel Macron, Olaf Scholz, Justin Trudeau, Mario Draghi e i vertici dell'Unione Europea. Il presidente polacco Andrei Duda ha invece sfidato i timori dello stesso governo ucraino, che ha vietato eventi di massa nella capitale fino a giovedì per paura di massicci attacchi missilistici russi, e si è recato di persona a Kiev.
Ucraina, ancora guerra e devastazione a sei mesi dall'invasione russa
"La Crimea è ucraina e tornerà a far parte dell'Ucraina, come Rotterdam è parte dell'Olanda o Nizza è parte della Francia", ha detto Duda. "Dopo i crimini di Bucha e la distruzione del Paese, Mosca non solo deve arretrare ai confini pre 24 febbraio ma deve riconoscere il diritto dell'Ucraina di tornare alle frontiere internazionalmente riconosciute", ha rincarato la dose assicurando che la Polonia "resterà per sempre al fianco dell'Ucraina". La questione della penisola contesa è tra le più spinose e spesso è stata citata come il possibile punto di caduta che potrebbe portare Mosca al tavolo dei negoziati.
Scholz e Macron sono stati più sfumati di Duda: hanno ribadito che Germania e Francia non riconoscono l'annessione della Crimea, ma sono stati molto vaghi sul suo futuro. Un po' come il Segretario di Stato Usa Antony Blinken, secondo cui "la Crimea è Ucraina", e il leader turco Erdogan, per il quale "la restituzione della Crimea all'Ucraina, di cui è una parte inseparabile, è essenzialmente un requisito del diritto internazionale". Draghi invece ha usato parole più nette, sostenendo che "la lotta per la Crimea fa parte della lotta per la liberazione dell'Ucraina". Per Ursula von der Leyen l'Ue non riconoscerà mai l'annessione illegale della Crimea da parte della Russia.
Gli attacchi, intanto, continuano, insieme al timore di un'ulteriore escalation in occasione della Giornata dell'indipendenza ucraina che cade mercoledì. A Dnipro sono state colpite aree residenziali. Molti civili - ha riferito alla Bbc un consigliere della presidenza - stanno lasciando Kiev preoccupati che Mosca possa voler colpire la capitale.
L'esercito ucraino dal canto suo mette a frutto gli armamenti ricevuti e per "la prima volta" dall'inizio delle ostilità, ovvero dal 2014, ha colpito il palazzo dell'amministrazione filorussa di Donetsk con "pesanti e precisi colpi d'artiglieria" (lo sostiene il nazionalista russo Igor 'Strelkov' Girkin). Tre civili sarebbero rimasti uccisi e anche l'hotel Tsentral, spesso scelto dai giornalisti e dai funzionari, è rimasto danneggiato. Intanto gli Stati Uniti si apprestano ad annunciare un ulteriore pacchetto di aiuti militari all'Ucraina da 3 miliardi di dollari. Lo riporta l'agenzia Bloomberg, citando l'Associated Press.
Colpo di mortaio russo uccide dipendente di Zaporizhzhia - Un dipendente della centrale nucleare di Zaporizhzhia e il suo autista sono stati uccisi da un colpo di mortaio russo fuori dall'impianto. Lo afferma il presidente dell'agenzia atomica ucraina Energoatom, Petro Kotin, in un'intervista al Washington Post, spiegando che Vladyslav Mitin è stato ucciso mentre era a bordo di un taxi e stava entrando nell'area della centrale.
SU TGCOM24