Chi è Aleksandr Dugin, il "Rasputin" del Cremlino e ideologo di Putin
Ritenuto il fomentatore dell'ideologia ultra-nazionalista "euroasiatica" che ispira la politica estera del leader russo, forse era il vero obiettivo dell'attentato a Mosca, in cui ha perso la vita sua figlia Daria
Viene soprannominato il "Rasputin del Cremlino" o il "cervello di Putin", si chiama Aleksandr Dugin e forse era il vero obiettivo dell'attentato a Mosca in cui è morta la figlia Daria Dugina. Filosofo, viene ritenuto il fomentatore dell'ideologia ultra-nazionalista "euroasiatica" - bollata come "fascismo russo" - che ispira la politica estera del capo del Cremlino (e dunque anche l'invasione dell'Ucraina). È sotto sanzioni internazionali dal 2015, in quanto ideatore e promotore dell'annessione russa della Crimea.
La sua carriera - Nato nel 1962 a Mosca da una famiglia di tradizione militare, ha iniziato la sua carriera come giornalista scrivendo per Den, giornale di estrema destra. Su quelle colonne - riporta Adnkronos - Dugin ha pubblicato nel 1991 il manifesto "La grande guerra dei continenti", dove presenta in modo contrapposto la Russia - vista come una "Roma eterna" - contro l'Occidente - considerato "una Cartagine eterna" materialistica.
Dalla retorica intrisa di sovranismo e occultismo di destra, Dugin ha fatto breccia nelle stanze del Cremlino pur non ricoprendo mai ufficialmente un incarico governativo. La sua ideologia promuove la creazione di una superpotenza attraverso l'integrazione della Russia con le ex Repubbliche sovietiche. In passato, ha avuto incarichi accademici ed è stato caporedattore di Tsargrad Tv, emittente filo-putiniana.
"Uccidete gli ucraini" - Non solo in Occidente, ma anche in patria Dugin è considerato "troppo radicale". Come scrive Russia Today, nel 2014 è stato licenziato dall'Università statale di Mosca dopo l'appello a "uccidere" gli ucraini nello scontro tra nazionalisti di Kiev e filorussi.
La figlia - Morta forse al posto suo nell'attentato a Mosca, la figlia Daria Dugina era laureata in Filosofia come il padre e scriveva per testate filo-Cremlino. Nata nel 1992, era stata inserita il 4 luglio nella lista delle personalità russe sanzionate dal Regno Unito. Come scrive il Guardian, che cita l'ufficio del governo britannico per l'implementazione delle sanzioni, era bollata come ideatrice "frequente" e "di alto profilo" di "disinformazione sull'Ucraina e sull'invasione russa su varie piattaforme online".
La donna era anche oggetto di sanzioni da parte del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti, in quando direttrice del sito United World International (Uwi), accusato di disinformazione, e di proprietà di Ievgeny Prigozhin, stretto alleato di Putin.