A Punta Mesco, nel Parco nazionale delle Cinque Terre, da quattro giorni un caprone è bloccato su una scogliera, molto probabilmente ferito a causa di una caduta, ma nessuna istituzione sembra voler intervenire scatenando l'ira di turisti e abitanti della zona. Diverse sono state le segnalazione alle varie autorità competenti ma nessuno ha preso in carico la situazione. Intanto l'animale potrebbe avere poche ore di vita perché a quanto sembra nella caduta ha riportato la frattura delle zampe.
Quella di Punta Mesco è una delle zone più belle del Parco nazionale delle Cinque Terre, un'area marina protetta di salvaguardia di flora e fauna. E in questi giorni sono centinaia i bagnanti e turisti che guardano indignati quello che sta succedendo sulla scogliera. Da giorni ci sono persone che segnalano alle autorità la vicenda del caprone.
Il caprone precipitato sulla scogliera - Mercoledì, poco prima che si abbattesse sulla costa ligure di levante il nubifragio, lo sventurato caprone nero è franato a valle in una impervia e inaccessibile rocciata dalla mezza costa del Mesco dove pascolava con il branco di capre selvatiche che abita da un decennio nel bosco di macchia mediterranea del Parco, probabilmente fratturandosi tutte e quattro le zampe o comunque restando lì immobile e paralizzata ma vigile e cosciente. Da quel momento, da quel luogo e da quella posizione non si è più mosso da ormai quattro giorni, perdendo visibilmente sangue dal muso e provando senza risultato sotto gli occhi di impotenti gitanti e nuotatori delle Cinque Terre, a spostarsi dall'impervia rocciata dove è andato a finire, purtroppo inaccessibile da terra e da mare se non per personale attrezzato a sbarchi e soccorsi in emergenza.
L'indignazione di turisti e abitanti - Una vicenda che sta scuotendo le coscienze. Da giorni fra turisti e villeggianti non si parla altro. E sono continue le segnalazioni di soccorso per cercare di far intervenire qualcuno. "Ci vado periodicamente a controllare se per caso sia stato soccorso ma - dice Ludovico Latmiral, turista milanese intervistato da Askanews - più che assistere a quello strazio senza attrezzatura idonea non c'è nulla che si possa fare". "Abbiamo avvisato praticamente in tempo reale - racconta la veneziana Monica Colnaghi- il Parco nazionale perché all'incidente ha assistito un nostro conoscente che in quel momento faceva il bagno a Punta Mesco e ha visto venir giù il caprone insieme alle rocce. La prima risposta del Parco è stata di chiedere noi l'intervento di Guardia Costiera e/o Forestale. Per quanto stupiti, lo abbiamo fatto: tempo perso..." "Da allora è stato un susseguirsi quotidiano tanto frequente quanto inutile - fa eco la veronese Cristina Germanis- di segnalazioni a Parco, Forestale, Protezione Animali, Carabinieri. Tanto ai distacchi locali come a La Spezia e a Genova. Al terzo giorno per disperazione ho provato anche a chiamare i Vigili del Fuoco che pero' hanno allargato le braccia: troppe richieste in questi giorni per far fronte anche a questa di diretta competenza del Parco" "Ho personalmente chiamato da giorni- denuncia l'avvocato piemontese Alessandra Giovannetti- tutti i numeri del soccorso pubblico e fatto verbalizzare la segnalazione: ma in quattro giorni nulla è accaduto".
Le autorità: "Ci stiamo muovendo" - "Siamo perfettamente al corrente della situazione del caprone a Punta Mesco - conferma la direzione del Parco nazionale delle Cinque Terre, la cui presidente Donatella Bianchi presiede anche il WWF italiano - e stiamo facendo il possibile. Avevamo programmato per giovedì un intervento con la Capitaneria di Porto, la sola che dispone dei mezzi necessari per raggiungere ed eventualmente. Purtroppo le condizioni meteo e del mare con il maltempo che c'è stato non hanno consentito di realizzarlo. Stiamo provvedendo a organizzarne un secondo. Cercheremo di farlo appena possibile ..". Da 24 ore la Tramontana che soffia forte da terra sul Golfo delle Cinque Terre ha spianato mare e cielo di Monterosso. E le barche di bagnanti e turisti continuano a raggiungere senza problema Punta Mesco. Sulle cui rocce, se ha superato vivo la notte al quinto giorno digiuno e senza bere, prosegue l'agonia del caprone selvatico. Osservato periodicamente dal mare dai turisti che impotenti vorrebbero provare a salvarlo e da monte dalle capre del suo branco che ogni tanto si affacciano dalla macchia guardando in sua direzione.
Possibile anche l'abbattimento - "Mi hanno detto - racconta un operatore turistico di Monterosso dove la triste storia del caprone morente abbandonato sta girando di spiaggia in spiaggia- che se oggi non saranno intervenuti i soccorsi, dal mare in giornata potrebbero intervenire i cacciatori. Per porre definitivamente fine da distanza a questa lenta e prolungata agonia di quel povero animale abbandonato sofferente da giorni sotto gli occhi di tutti...".