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Il "Bambi" della Valmalenco: un cerbiatto adottato da una famiglia del posto ora dovrà essere allontanato

Lo hanno trovato e salvato nel giugno 2020, da allora è cresciuto insieme a loro. Ora però potrebbe essere portato via dalla polizia: "È un animale selvatico, può diventare pericoloso"

La storia di Bambi, il cerbiatto della Valtellina

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La storia di Bambi ricorda, almeno in parte, quella del cerbiatto reso famoso dalla Disney. Anche lui ha perso la mamma da cucciolo, ma a salvarlo in un bosco della Valmalenco, in provincia di Sondrio, e adottarlo è stata nel giugno del 2020 la famiglia di Giovanni Del Zoppo. Ora però il cerbiatto potrebbe essere allontano "per motivi di sicurezza"

Proprio come il celebre Bambi protagonista dell'omonimo cartone animato Disney, anche il cerbiatto protagonista di questa storia aveva perso la mamma. Sarà per questo che Giovanni Del Zoppo, 58 anni, ha voluto chiamarlo così quando nel giugno 2020 lo ha trovato abbandonato nel bosco della Valmalenco, in provincia di Sondrio. Da allora lui e la sua famiglia lo hanno "adottato" e tenuto con loro fino a che il giovane cervo è diventato a tutti gli effetti un membro della famiglia. Ora però la famiglia Del Zoppo rischia di vedersi portar via l'animale dalle forze dell'ordine. 

Il leone Bhanu è salvo: il "re dello Zoo di Londra" è stato curato con tanto di Tac

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Bhanu ha 12 anni e vive nello Zoo di Londra, insieme ad altre tre leonesse. Come lui nel mondo ce ne sono solo alcune centinaia. Il "re dello Zoo di Londra" è infatti uno dei 600 esemplari di leone asiatico ancora in vita. Si tratta di una particolare razza che vive nel Gujarat, una piccola area dell'India occidentale. Tanto che il governo indiano ha attuato uno specifico piano d'intervento per favorirne la riproduzione.  Da qualche tempo però la vita di Bhanu è stata messa a serio repentaglio a causa delle ripetute infezioni alle orecchie. Per capire quale fosse la causa di questo disturbo il team di esperti dell'ospedale veterinario di Londra ha fatto arrivare nello zoo l'attrezzatura necessaria per sottoporre l'animale a una Tac senza sottoporlo allo stress dello spostamento. 

"Lo avevo trovato in una radura, solo, impaurito nel giugno di due anni fa - racconta Giovanni, che lavora come cavatore, affiancato dal figlio Nicola trentenne, che come il padre spera in un lieto fine della vicenda - L'avevo lasciato, nascosto nell'erba, pensando che la mamma cerva sarebbe tornata presto a riprenderselo. Invece, forse a causa dell'odore dei miei cani che quel giorno mi accompagnavano nella passeggiata nei boschi, è rimasto abbandonato".

A quel punto l'uomo ha scelto di portare il cucciolo a casa: "Allora l'ho messo nella mia stalla salvandogli la vita. All'inizio l'ho nutrito con il latte delle caprette allevate da noi. Poi, anche con le buone mele della Valtellina. È cresciuto bene. Lo hanno riconosciuto pure il veterinario e gli agenti della Polizia Provinciale quando, nei giorni scorsi, sono venuti qui dicendomi che l'avrebbero portato via. Non lo trovo assolutamente giusto. Lui, che ho semplicemente chiamato Bambi, si è affezionato a noi e noi a lui. Soffrirebbe senza più vederci: fa parte della nostra famiglia". Gli manca solo la parola. Le mie piccole adorate nipotine Caterina e Carlotta come farebbero a vivere senza il loro 'fratellino' che tanto coccolano ogni giorno, venendo sempre ricambiate negli affetti?".

Eppure, Bambi, che intanto è diventato la mascotte dei turisti, che a volte lo vedono brucare insieme alle capre della fattoria della figlia di Giovanni, non può - stando a quanto argomentato dalla polizia provinciale di Sondrio - continuare a vivere in questo modo. "La fauna selvatica, per legge, non può essere tenuta in casa, in stalla o in altri ambienti che non siano a ciò autorizzati - spiega Gianluca Cristini, comandante ad interim della polizia provinciale di Sondrio - Fra un mese al massimo avrà il suo primo periodo di bramito, andrà in cerca della femmina e, pertanto, potrebbe diventare pericoloso e cominciare a dare testate, come fanno gli ungulati in questi casi".

"Non si può detenere un animale selvatico - spiega Cristini - come fosse domestico, solo centri autorizzati lo possono fare. Come è già capitato in passato con altri animali, verrà recintato in un'area boschiva molto ampia e lì farà la sua vita. Potrà accoppiarsi con le femmine che verranno inserite, ma non potrà essere reimmesso in natura, perché ormai non resisterebbe".   

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