PER RIDURRE I COSTI

Caro energia e scuola, i presidi: "Riscaldamenti abbassati e luci a led"

In vista della riapertura i dirigenti "chiamano" gli enti locali per discutere il contenimento dei costi. "Fondamentale anche l'educazione allo spreco" dicono

© Ansa

Abbassare la temperatura di un paio di gradi, sostituire le luci di vecchia generazione con quelle al led, ma anche educazione contro lo spreco. Il caro-energia si fa sentire anche nelle scuole e con settembre alle porte i presidi stilano un piano ad hoc per ridurre i consumi energetici. Tante le proposte, ma per realizzarle - avvertono le associazioni di categoria - serve un restyling generale. 

Questione temperatura - "Dobbiamo abituarci ad abbassare la temperatura di uno o due gradi, rispetto al passato - spiega a Il Messaggero Mario Rusconi, presidente dell'Associazione nazionale dei presidi di Roma - nel rispetto dell'interesse generale". Una proposta quest'ultima che però le scuole non possono realizzare in autonomia: "Non sono le scuole a decidere gli orari dell'accensione della caldaia ma i singoli municipi. Potrebbe essere allora utile un confronto con gli enti locali visto che con l'autonomia nell'accensione potremmo tagliare i costi del 30%", aggiunge Rusconi. 

Nuovi impianti - Ma per fare ciò, è necessaria anche un'operazione di restyling degli impianti di riscaldamento: "Gli istituti dovrebbero avere l'autonomia di poter accendere e spegnere le caldaie gestendo anche le singole classi", aggiunge Cristina Costarelli, presidente dell'Associazione nazionale dei presidi del Lazio, spiegando come le classi all'interno dello stesso edificio possono avere temperature diverse: se più esposte al sole, saranno di per sé più calde di quelle in ombra. La soluzione potrebbe essere l'accensione modulare: "Lì dove non serve, si spegne, proprio come facciamo nelle nostre case tutti i giorni. Una scuola ha decine di aule e non sono sempre tutte utilizzate nello stesso momento", fa notare Costarelli. 

Le altre proposte - In attesa che anche gli enti locali si attivino in questa direzione, i presidi sono al lavoro per intervenire come possono e il prima possibile. A cambiare già dall'inizio del nuovo anno scolastico potrebbero essere gli orari, soprattutto nelle scuole superiori, mentre nelle elementari potrebbe essere più complesso in quanto le lezioni finiscono già nel pomeriggio, intorno alle 16.30. "Ci stiamo già orientando sull'anticipo delle lezioni pomeridiane alle 14, subito dopo la fine delle lezioni mattutine - continua la dirigente Costarelli - per far sì che gli ambienti siano ancora caldi senza la necessità di tenere sempre i riscaldamenti accesi". Sostituire gli infissi più vecchi, installare luci a led ed educare gli alunni a non sprecare acqua e luce sono tra gli altri punti sollevati dalle associazioni di categoria. 

L'impatto dei consumi nelle scuole - In Italia ci sono 8mila scuole, per un totale di 40mila plessi su tutto il territorio nazionale. Ciò implica che i costi energetici al loro interno, oltre a pesare sulle casse delle scuole stesse, costituiscono una voce significativa anche nei bilanci degli enti locali, come comuni e province. Ecco perché la questione non riguarda solo le scuole, ma l'intero Paese.

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