Dieci giorni fa il piccolo Romeo Golia, 11 anni, è morto dopo essere stato investito a Terracina (Latina) da un'auto guidata da un 18enne ora ai domiciliari per omicidio stradale. Adesso gli organi del ragazzino vivono nei corpi di altre quattro persone, dopo il via libera della madre Titta Pagano. Che rivolge un appello alle istituzioni perché la morte del suo bambino non resti inutile: "Lavorino per rieducare i giovani alla guida. Quella notte mi ha portato un dolore che toglie il respiro: il mio Romeo non diventerà mai grande".
"Ho detto sì a quelle vite in sospeso" - In un'intervista a "Repubblica", la donna spiega di aver detto il suo sì alla donazione degli organi del figlio solo dopo aver perso ogni speranza che il piccolo potesse riprendersi: "Il dolore mi tratteneva da quel sì, poi ho pensato a quelle vite in sospeso e ho cambiato subito idea". E così oggi altre persone vedono con le cornee del bambino e vivono con i suoi reni e con il suo fegato.
Nel nome del figlio - Nel nome del figlio Titta, che ora è rientrata a Napoli dove vive, vuole che si faccia qualcosa perché la sua tragedia non distrugga la vita di altri figli e di altri genitori: "Rieduchiamo i giovani, facciamo capire loro quale responsabilità si ha quando ci si mette alla guida, facciamo in modo che non si distruggano altre vite come quella di Romeo solo per una leggerezza". Ed ecco l'appello alle istituzioni: "E' compito loro rimboccarsi le maniche e proteggere i ragazzi. Non si può morire una sera d'estate sulle strisce pedonali per essere andati a prendere un gelato".
Falciato da un'auto - Era il 5 agosto quando Romeo è stato falciato da un'automobile mentre andava con la mamma a prendere un gelato. Titta ha conservato a lungo la speranza di poterlo riavere con sè, mentre i medici lo soccorrevano e tentavano disperatamente di salvarlo dopo il terribile incidente. Ma il piccolo è morto all'ospedale Bambino Gesù, dove era stato portato in elisoccorso.
Non è stata una vita facile, quella di Romeo, rimasto orfano di padre a soli sei anni. "Mio figlio - racconta ancora Titta - era introverso, timido, malinconico". Ma adorava "fare gruppo con amici e compagni di scuola" e "la nostra casa era sempre piena di bambini". Scout, era super attivo: faceva skate, vela, rugby e nuoto.
"La mia vita senza Romeo" - Dopo essere rimasta sola a crescere Romeo, la donna dice di aver vissuto a lungo "con ansa e preoccupazione il mio essere mamma, attenta a non fare errori". La loro era una famiglia felice. "Non riesco a immaginare ora le giornate vuote senza le risate di Romeo, i capricci per i compiti, le corse per gli allentamenti, gli abbracci". Tutto perduto per una leggerezza di un giovane alla guida, quel Nicholas Stravato che si è fermato per prestare soccorso e che alcune persone, in vacanza nella zona, hanno tentato di linciare.
"Quell'uomo - dice ora la mamma - non ha distrutto solo la vita di Romeo, ma la vita di tante persone che gli volevano bene". E allora ecco l'appello a politici e istituzioni, a fare in modo che una tragedia come quella di Romeo e di Titta non si ripeta mai più.