Elezioni, che cos'è e come funziona il sistema proporzionale
In Italia ha regolato le elezioni politiche per tutto il corso della Prima Repubblica, dal 1946 al 1993, con variazioni minime. È un metodo che viene utilizzato in diversi paesi d'Europa, come la Germania
Il sistema proporzionale ha regolato le elezioni politiche italiane per tutto il corso della Prima Repubblica, dal 1946 al 1993. Il metodo prevede che l’assegnazione dei seggi avvenga in modo da assicurare alle diverse liste un numero di posti proporzionale ai voti ottenuti. Ciò avviene attraverso la divisione del numero delle preferenze espresse, in maniera valida, per il numero dei seggi da ricoprire, ottenendo così il quoziente elettorale, che rappresenta il titolo per ottenere un seggio. La differenza tra maggioritario e proporzionale è che il maggioritario premia il partito che ottiene più voti e, in teoria, garantisce maggiore stabilità governativa. Il proporzionale assicura maggiore rappresentanza.
Che cos'è e come funziona il sistema proporzionale - I sistemi che hanno come formula il proporzionale dovrebbero tramutare i voti in seggi in maniera da far corrispondere la percentuale dei voti a quella dei seggi. La caratteristica del sistema proporzionale è anzitutto la votazione in collegi plurinominali con voto di lista, cioè porzioni di territorio dove sono presenti più liste di partiti, ognuna con più candidati che, a volte, possono essere prescelti attraverso un voto di preferenza. L’attribuzione dei seggi alle liste in competizione avviene con formule che sono più o meno proporzionali. La limitazione del fattore proporzionale può derivare sia dal sistema stesso (ad esempio con l’introduzione di "soglie di sbarramento" che non consentono l’accesso ai partiti e che non raggiungono una precisa percentuale di voto, oppure da modi di calcolo che possono privilegiare nell’attribuzione i partiti più grandi o quelli più piccoli), sia dall’esiguità dei seggi in gioco. Facciamo un esempio: se i seggi da attribuire sono 5 e sono in lista 8 partiti, avremo innanzitutto che almeno 3 liste "disperderanno" i loro voti e che essendo altissima la percentuale di voti corrispondente a ogni seggio – il 20%, dato dal calcolo di 5 seggi su 100 – altri voti si "disperderanno" per quelle liste che non si avvicineranno alla percentuale corrispondente a un seggio o a un suo multiplo).
Premio di maggioranza - A differenza del maggioritario, il proporzionale può prevedere l'assegnazione di un premio di maggioranza ai partiti o alle liste vincitrici della tornata elettorale. Questo meccanismo è stato introdotto per assicurare maggiore stabilità alla maggioranza. Il proporzionale, infatti, se di per sé dovrebbe dar vita a governi più rappresentativi ha allo stesso tempo il limite di creare un esecutivo spesso instabile. Il sistema proporzionale prevede anche una o più soglie di sbarramento sotto la quale non viene attribuito alcun seggio.
Il sistema proporzionale nel Rosatellum bis - Il nostro sistema elettorale, con cui voteremo il 25 settembre, il Rosatellum (dal nome del suo relatore Ettore Rosato), approvato nel 2017 e utilizzato per la prima volta alle politiche del 2018, è un misto tra sistema maggioritario e proporzionale: un terzo dei seggi di Camera e Senato vengono eletti con un sistema maggioritario (in collegi uninominali), i restanti due terzi con un sistema proporzionale (divisi in base ai risultati percentuali ottenuti).
Il sistema proporzionale in Europa - Il sistema proporzionale è nato in Francia ma lì non ha preso piede. I paesi europei che utilizzano questo sistema sono Belgio, Finlandia, Portogallo e Lussemburgo. Altri paesi hanno inserito anche la soglia di sbarramento. E sono Austria, Danimarca, Grecia, Paesi bassi, Spagna, Svezia e Germania, pur non avendo un sistema proporzionale classico ma misto. In Germania, ad esempio, dove vige quello proporzionale misto, si eleggono 598 membri in 16 circoscrizioni (i lander). L'elettore esprime due voti: uno per il candidato, il secondo per la lista.
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