FOTO24 VIDEO24 2

Banda del buco a Roma, tornano liberi gli arrestati: "Passavamo di lì per caso"

Il giovane messo in salvo si trova ancora in ospedale. Le sue condizioni sono peggiorate, ma non sarebbe comunque in pericolo di vita

Roma, "Banda del buco" rimane incastrata a metà strada

1 di 32
2 di 32
3 di 32
4 di 32
5 di 32
6 di 32
7 di 32
8 di 32
9 di 32
10 di 32
11 di 32
12 di 32
13 di 32
14 di 32
15 di 32
16 di 32
17 di 32
18 di 32
19 di 32
20 di 32
21 di 32
22 di 32
23 di 32
24 di 32
25 di 32
26 di 32
27 di 32
28 di 32
29 di 32
30 di 32
31 di 32
32 di 32

Tornano liberi Antonio Pinto e Mario Mazza, le due persone arrestate giovedì per resistenza e danneggiamento in via Innocenzo XI, nel quartiere Aurelio, a Roma, nell'ambito della vicenda sulla presunta banda del buco. "Stavamo passando in macchina per caso e abbiamo visto un ragazzo che chiedeva aiuto; quando abbiamo visto il tunnel abbiamo avuto paura e ce ne siamo andati. Mentre andavamo via, ci ha accostato una macchina e abbiamo visto le pistole, ma non abbiamo capito che erano carabinieri perché era un'auto civetta", hanno raccontato i due uomini di origini napoletane nel corso dell'udienza per direttissima.

Tuttavia, non si allontanano i sospetti sui quattro che individuati dopo che un 34enne romano è rimasto bloccato in un cunicolo in via Innocenzo XI, a due passi dal Vaticano. Molti tasselli ancora mancano secondo gli investigatori, che non hanno trovato macchinari per scavare, forse portati via prima dell'arrivo dei soccorsi. Sulla vicenda, per la quale sono in corso indagini, c'è il forte sospetto che possa trattarsi di un tentativo di scavare un tunnel per un furto nello stile di una banda del buco.

I due uomini di origini napoletane, che erano stati arrestati nella stessa strada dopo aver tentato la fuga all'arrivo dei carabinieri, hanno affrontato un processo per direttissima per difendersi dall'accusa di resistenza ma ora sono liberi. Al termine dell'udienza, il giudice ha convalidato l'arresto non applicando la misura cautelare a carico dei due e fissando il processo al prossimo 20 dicembre.

Sugli altri due, romani e componenti del presunto gruppo (compreso il 34enne messo in salvo), resta la denuncia per danneggiamento e crollo colposo. I quattro individui per il momento sembrano uniti da qualche indizio: la loro presenza in quello stesso luogo e il comportamento dei due napoletani che aveva insospettito gli investigatori al loro arrivo durante i soccorsi, tanto da indurli a bloccarli: durante la fuga avrebbero persino speronato l'auto civetta dei militari.

L'allarme era partito da un locale sfitto, dove erano iniziati gli scavi del cunicolo durante il quali è venuta giù una parte di asfalto che ha bloccato il 34enne a circa 6-7 metri di profondità. Poi i vigili del fuoco sono riusciti a portare in superficie l'uomo dopo otto ore e un delicato intervento di recupero.

Ferito peggiora e resta ricoverato - Il giovane messo in salvo, rimasto intrappolato per una giornata a sei metri sotto terra e soccorso dai vigili del fuoco, si trova ancora in ospedale. Le sue condizioni sono peggiorate. L'uomo, che non è piantonato, non sarebbe comunque in pericolo di vita. Dato il peggioramento delle condizioni, a causa di una sindrome da schiacciamento, la prognosi resta riservata. Il 34enne è ricoverato all'ospedale San Camillo di Roma, è vigile ma non avrebbe parlato con nessuno. Probabilmente sarà ascoltato nei prossimi giorni

Nei prossimi giorni sarà ascoltato anche il proprietario del locale vuoto dove il gruppo stava eseguendo lo scavo. Nelle vicinanze di via Innocenzo XI ci sono due banche distanti alcune centinaia di metri dal luogo dello scavo e dunque resta plausibile l'ipotesi del colpo fallito: forse i quattro volevano procedere a step fino all'obiettivo, probabilmente il caveau di una banca (non sarebbe la prima volta, in quella zona), contando di agire indisturbati approfittando della città svuotata dal Ferragosto imminente. Le indagini sono coordinate dalla Procura di Roma e ora si dovrà chiarire anche se la presunta banda non fosse più numerosa e contasse anche su eventuali altri complici e basisti.

Espandi