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Roma, rigettato il ricorso: "Saranno abbattuti con l'elettroshock maiali e cinghiali della Sfattoria"

Il Tar del Lazio boccia la richiesta degli animalisti contro la decisione della Asl che aveva notificato l'ordinanza di eliminazione perché gli animali si trovano nella zona rossa della peste suina

Facebook / La Sfattoria degli Ultimi

Animalisti sconfitti in Tribunale: i 140 tra maiali e cinghiali ospiti della Sfattoria degli Ultimi di Roma saranno abbattuti. Il Tar del Lazio ha respinto, infatti, il ricorso presentato contro la decisione della Asl 1 di Roma, che aveva notificato al santuario dei suini salvati dai maltrattamenti l'ordinanza di abbattimento tramite elettroshock. Il motivo è che gli animali si trovano nella zona rossa istituita per fronteggiare la peste suina. "Non possono farlo, è malagiustizia, - insistono le associazioni che presidiano da giorni gli ingressi del rifugio. - Maiali e cinghiali qui sono sani e iscritti nella banca dati nazionale come Pet". La mobilitazione pacifica continua e ci si appellerà al Consiglio di Stato.

La decisione del Tar - "I diritti degli animali sono tutelati dalla nostra Costituzione ma non dal giudice, - si legge in una nota della Sfattoria, la struttura nei pressi di Roma che si occupa di salvare gli animali o maltrattati o recuperati in zone urbane. - Si tratta di un incredibile episodio di malagiustizia. Il Tar del Lazio, con decreto numero 5347 del 12 agosto, condanna a morte, senza alcuna motivazione, circa 140 capi di suidi raccolti, accuditi e tenuti in custodia, nonché assolutamente sani e inoffensivi, da un gruppo di 200 volontari presso una struttura regolarmente registrata nella Banca Dati Nazionale del Ministero della Salute"

"Tutti i nostri animali sono controllati, microchippati. Non possono abbatterli", ripete Paola Samaritani, che rappresenta la Sfattoria e si appella alle coscienze civili "perché venga impedito un vero e proprio sterminio".

"Ci rivolgeremo al Consiglio di Stato come estremo tentativo per superare l'incredibile decisione del giudice amministrativo e salvare la vita alle povere bestie", è l'annuncio dell'ultima mossa per tentare di salvare i suini. "E' però necessario - conclude Samaritani - che anche la politica 'sana' intervenga con immediatezza per scongiurare un irreparabile scempio".

L'iter burocratico - In difesa dei 130 suidi condannati a morte a Roma, le associazioni animaliste Enpa, Leidaa, Lndc-Animal protection e Oipa erano intervenute ad adiuvandum per sostenere insieme, dinanzi al Tar del Lazio, le ragioni dei responsabili della Sfattoria degli Ultimi che lunedì si sono visti notificare un provvedimento dell'Asl Roma 1 che dispone l'abbattimento dei maiali e dei cinghiali ospitati nella struttura di via Arcore a Roma.

Le speranze di evitare la mattanza di animali regolarmente registrati e microchippati, dunque, erano proprio appese al ricorso d'urgenza per sospensiva che la Sfattoria, sola legittimata a farlo, aveva depositato e che è stato discusso in tempi brevissimi. Le associazioni si erano subito attivate con i propri uffici legali.

"Si tratta di animali sani e regolarizzati, la cui presenza è da tempo nota all'Asl e per i quali sono state adottate adeguate misure precauzionali contro la diffusione della peste suina africana", sottolineano le associazioni. "Gli ospiti della Sfattoria degli Ultimi, scampati a maltrattamenti e accolti nel santuario, non costituiscono alcun pericolo: il provvedimento di abbattimento emesso dall'Asl è del tutto ingiustificato". 

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