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Stray: storia di un gatto cyberpunk

Tra fusa, salti e graffi, il videogioco di Annapurna Interactive è anche un affascinante viaggio tra memoria, identità e architetture distopiche

IGN

Stray è il videogioco del momento. L’avventura narrativa realizzata dalla software house francese BlueTwelve Studio e pubblicata da Annapurna Interactive ci fa vestire i panni, o meglio, il pelo di un simpatico gatto che, suo malgrado, si trova intrappolato in una città sotterranea abitata da robot, macchine e strani batteri mutanti.

Se l’obiettivo finale del gioco è tornare in superficie, in realtà l’avventura diventa anche un viaggio di scoperta, tra ricordi e identità, ambientato in una curiosa e affascinante città cyberpunk.

Stray: cartoline virtuali dalla città del nuovo videogame di Annapurna Interactive

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Ispirata alla Città murata di Kowloon, l'ambientazione del videogioco ci porta in un mondo cyberpunk popolato da robot e strani batteri mutanti

Nel nostro album fotografico c’è spazio dunque per le due anime di Stray: quella in cui, semplicemente, il protagonista è un gatto che fa le cose da gatto, ma anche quella più avventurosa ed esplorativa, che rende giustizia a luci a neon, creature bizzarre e architetture affascinanti.

Per creare la sua città in rovina, infatti, BlueTwelve Studio si è ispirata alla Città murata di Kowloon, un insediamento nella regione di Hong Kong passato alla storia come il centro abitato con la più alta densità abitativa del mondo.

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