Ossa e relitti: ecco cosa restituiscono le Alpi con lo scioglimento dei ghiacciai
La siccità continua a far riemergere, oltre i 3mila metri, tracce del passato: dai reperti bellici alle vittime di incidenti aerei o di slavine di decenni fa. Scoperte casuali ad opera di alpinisti
Tracce del passato riemergono dalle Alpi con lo scioglimento dei ghiacciai dovuto alla perdurante siccità. Così alpinisti esperti fanno scoperte occasionali ma eccezionali. Dagli ordigni bellici delle due guerre a corpi di vittime di incidenti aerei o di slavine occorsi nei decenni, i ritrovamenti diventano sempre più frequenti sia sul versante svizzero, che su quello francese e italiano. Da Cervinia a Chamonix.
Gli ultimi ritrovamenti in Svizzera - Lo scioglimento dei ghiacciai svizzeri ha portato alla scoperta di resti umani e un aereo disperso da 50 anni. Lo riporta il Guardian.
Nella prima settimana di agosto una guida alpina ha scoperto il relitto di un aereo precipitato sul ghiacciaio dell'Aletsch, sempre nel canton Vallese, vicino alle cime della Jungfrau e del Mönch, nel giugno 1968. Per la precisione, si tratta di aereo da turismo, un Piper Cherokee.
Nei giorni scorsi due alpinisti francesi hanno trovato ossa umane mentre scalavano il ghiacciaio di Chessjen nel cantone meridionale del Vallese: lo scheletro è stato trasportato in elicottero all'istituto forense, ha confermato la polizia elvetica. Le ossa sono state scoperte vicino a un vecchio sentiero caduto in disuso circa 10 anni fa, ha raccontato Dario Andenmatten, il guardiano del rifugio Britannia, da dove molti alpinisti iniziano le loro ascensioni nella regione. I due escursionisti probabilmente hanno fatto la loro scoperta solo perché facevano affidamento su una vecchia mappa.
Una settimana prima, un altro corpo, un alpinista morto da almeno 30 anni, era stato trovato sul ghiacciaio Stockji, (3.092 metri), vicino alla località di Zermatt, a nord-ovest del Cervino. In entrambi i casi, la polizia vallesana ha affermato che il processo di identificazione dei resti umani attraverso l'analisi del Dna è ancora in corso.
La testimonianza degli alpinisti francesi - Sono stati, per la cronaca, i due francesi Luc Lechanoine (55 anni) e Vincent Danna (50) a trovare il 26 luglio i resti mummificati di una persona morta da almeno 30 anni mentre percorrevano l'Haute Route, l'itinerario alpinistico che collega Chamonix (Francia) con Zermatt (Svizzera). Arrivati nella località elvetica hanno avvisato la polizia del Canton Vallese, che insieme alla magistratura ha avviato le indagini per risalire all'identità del corpo sulla base delle segnalazioni dei dispersi in montagna mai ritrovati.
"Abbiamo fatto un bel po' di slalom tra i crepacci. La montagna in questo momento è resa difficile dalla siccità" è il racconto dei due francesi che raccontano la scoperta sul ghiacciaio Stockji (3.092 metri), nelle Alpi svizzere, non lontano dal Cervino.
"A un certo punto abbiamo tolto i ramponi per scendere sulla morena ed è lì che, su una lingua glaciale, sono apparsi diversi effetti personali", ha detto Lechanoine al quotidiano svizzero Le Matin. "Da vicino, ho scoperto uno scheletro in qualche modo mummificato, danneggiato, ma completo", prosegue. "C'era uno zaino blu e rosso, un braccio era ancora in una cinghia. C'era anche un bastone da sci o da camminata di marca Leki, rosa e nero", un modello nato nel 1974, "un pile fucsia e una rudimentale piccozza, spezzata in tre. Indossava scarponi in cuoio e dei ramponi con cinghie in pelle, materiale più vecchio del resto. Era in jeans, quindi non proprio attrezzato per la montagna. Lei o lui doveva essere solo. E' difficile dire da quanto tempo quel corpo fosse lì. Direi tra i 30 ei 40 anni, forse di più: Anni Ottanta visti i colori fluo".
La polizia nella regione alpina è in possesso di un elenco di circa 300 casi di persone scomparse dal 1925, incluso il milionario della catena di supermercati tedeschi Karl-Erivan Haub, sparito nella regione di Zermatt mentre si allenava per un'escursione sugli sci il 7 aprile 2018. I media tedeschi lo hanno collegato al corpo scoperto sul ghiacciaio Stockji a Haub.
A Cervinia - A 3.090 metri di quota, la fusione del ghiacciaio del Ventina, a Cervinia, ha restituito, infine, un ordigno, verosimilmente un proiettile d'artiglieria della Seconda guerra mondiale. In parte ossidato, misura 30 centimetri di lunghezza e cinque di diametro. Non vi sono abitazioni nelle vicinanze e neppure impianti sportivi. L'area è stata delimitata con transenne ed è vietato avvicinarsi. E' stato un cittadino a segnalare il ritrovamento nei giorni scorsi ai carabinieri, che hanno richiesto l'intervento degli artificieri dell'esercito.