E' ormai reclusa da più di 48 ore all'interno del parco della Maggiolina di La Spezia la famiglia di cinghiali che aveva deciso di passare il pomeriggio al fresco della pineta. A chiudere i cancelli per isolare gli ungulati, due adulti e 8 cuccioli, la polizia locale, per procedere alla cattura, al momento saltata. Si va verso l'abbattimento. Il parco, da allora, viene presidiato dagli animalisti, che hanno deciso di "sorvegliare" la famigliola. "Colpa di chi ha chiamato le forze dell'ordine", urlano. Un'animalista di 48 anni di origine francese ha anche tentato di rompere il lucchetto della recinzione per far scappare i cinghiali ma è stata identificata ed arrestata per violenza e resistenza: condannata per direttissima. Il sindaco Pierluigi Peracchini cerca di mediare.
La promessa del sindaco - Proprio Peracchini si è impegnato a escludere l'abbattimento dei cinghiali. "E' stato chiuso il parco per la sicurezza loro e nostra, - ha spiegato via Facebook. - Ho firmato un'ordinanza di non abbattimento, ma che vengano addormentati e portati in una zona sicura. La competenza sui cinghiali è regionale, ma farò di tutto per tutelare loro e gli spezzini cercando di risolvere un problema che riguarda, purtroppo, diversi quartieri. Il loro habitat non è la città".
L'arresto e la condanna - Nella notte i carabinieri del nucleo radiomobile, durante il normale servizio di controllo del territorio sono passati anche lungo il parco della Maggiolina dove hanno notato tre persone davanti al cancello. Una di queste, secondo gli inquirenti, stava cercando, martello alla mano, di spaccare il lucchetto con il quale era stato chiuso il cancello. I carabinieri si sono subito avvicinati e hanno chiesto i documenti a tutti. Due uomini hanno subito porto la propria carta d'identità, mentre la donna avrebbe rifiutato l'identificazione. Cosi i carabinieri l'hanno dichiarata in arresto ma lei ha opposto resistenza. Alla fine, dopo che le è stato sequestrato il martello con il quale cercava di aprire il lucchetto, è stata trasferita in caserma in stato di arresto. Nella direttissima, la donna, una 48enne di origine francese, accusata di violenza e lesioni a pubblico ufficiale, è stata condannata a sei mesi con la condizionale e scarcerata.
La situazione - La famiglia di cinghiali è sempre nel parco. L'attesa della guardia forestale per la cattura con le gabbie e il ritorno nei boschi è sfumata dopo l'ordinanza del sindaco. "Non possiamo far intervenire il nostro nucleo faunistico quando i Comuni fanno ordinanze di questo tipo", ha spiegato l'assessore regionale alla Caccia Alessandro Piana dopo che la vicenda dei cinghiali chiusi all'interno del Parco della Maggiolina alla Spezia è arrivata a un punto morto.
Così la famiglia di cinghiali resta lì dov'è. La norma prevede che la vigilanza regionale prelevi gli ungulati per i successivi abbattimenti, ma l'ordinanza siglata dal sindaco Pierluigi Peracchini impone che gli animali siano addormentati e poi liberati in un luogo sicuro, non uccisi. "Non possono essere trasferiti, anche perché in Liguria abbiamo il problema della peste suina", ricorda Piana. Unica strada, da verificare se la normativa la rende percorribile, la possibilità che questi animali, due scrofe con i loro cuccioli, possano essere ricoverati in un centro faunistico dedicato agli animali selvatici. Esclusa, secondo la norma, la possibilità di liberarli nei boschi.
A La Spezia si è svolto anche un incontro in prefettura su questa vicenda. Il parco della Maggiolina resta con i cancelli chiusi, presidiato da attivisti delle associazioni animaliste che resteranno a verificare che i selvatici siano tutelati. Intanto i gestori delle aree gioco attrezzate lamentano le perdite economiche importanti subite in questi giorni con la chiusura del parco.
Il precedente di Roma - Nel settembre 2020 sollevò una bufera il caso di mamma cinghiale e dei suoi 6 cuccioli prima narcotizzati e poi uccisi nel parco giochi di via Gregorio VII, nel quartiere Aurelio a Roma.