E' terminata l'ultima riunione del tavolo convocato per scrivere il programma elettorale del centrodestra. Lo si legge in una nota diffusa da tutti i componenti del "tavolo programma". Non sono previsti altri incontri e, prima della presentazione ufficiale, la bozza sarà consegnata ai leader dei partiti della coalizione per l'approvazione definitiva.
"Italia domani" - Il tavolo, lanciato a fine luglio con tutti i partiti della coalizione, si è chiuso con l'accordo su un documento di 15 punti. L'ok finale spetterà ai leader. Il testo mantiene il titolo della prima bozza circolata - "Italia domani", che ricalca quello scelto dal governo Draghi per il portale sul Pnrr - e aggiunge alcuni interventi su giustizia e ambiente, in linea con la riforma del processo penale e quella del Csm, e per usare gli oltre 70 miliardi del Pnrr per garantire la transizione ecologica ma anche la riconversione dell'industria pesante.
Europa, sicurezza e presidenzialismo - Nel dettaglio, al primo punto del programma resta la scelta di campo internazionale (l'Italia parte dell'Europa, della Nato e dell'Occidente). Segue la riforma del presidenzialismo e la lotta all'immigrazione irregolare, affidata ai decreti Sicurezza di salviniana memoria e a un generico blocco degli sbarchi. Non si cita quello navale, invocato da sempre da Giorgia Meloni.
Taglio del cuneo fiscale e flat tax - Nero su bianco è pure il taglio del cuneo fiscale e la flat tax ma senza indicare la percentuale dell'aliquota, probabilmente per evitare scontri su promesse che pesano sui conti pubblici e quindi difficili da mantenere. In particolare, a chiedere la tassa piatta al 23% è Forza Italia ("Sarà nel programma dei cento giorni", assicura Silvio Berlusconi a Radio 24), mentre la Lega insiste sul 15% chiedendo di estenderla ai lavoratori dipendenti.
Botta e riposta Sala-Salvini - E nel dibattito entra anche il sindaco di Milano, Beppe Sala che smonta la proposta leghista: "E' economicamente insostenibile per un Paese già enormemente indebitato". E attacca: "Non credete a queste balle". Matteo Salvini non demorde: "Noi non stiamo promettendo una cosa inesistente, bensì qualcosa che già funziona", ribatte in serata, citando i "2 milioni di lavoratori che hanno questo sistema fiscale" alias le partita Iva.
Candidature, ultimi nodi da sciogliere - Ancora aperto è il cantiere sui candidati ma Salvini è fiducioso: "Le candidature sono sostanzialmente definite, regione per regione. Mancano i nomi e ci arriviamo a cavallo di Ferragosto". In effetti il 14 agosto è la deadline per presentare i simboli elettorali ed entro il 21 agosto vanno presentate le liste delle candidature.
La partita dei collegi uninominali - Più rognosa è la partita sui collegi uninominali: manca la quota assegnata ai "centristici" - avranno 11 collegi o di più? - prima divisi in due liste e ora tentati dalla strada della lista unica che raggrupperebbe Udc, Coraggio Italia, Noi con l'Italia e Italia al centro. In ogni caso nel centrodestra si respira ottimismo, specie di fronte ai tira e molla che dominano lo scenario a sinistra e nel polo di centro, che forse nascerà.
Meloni premier "se prende un voto in più" -Sulla questione leadership, Salvini è netto e rispolvera l'ovvia conseguenza della regola del 2018: Meloni premier "se prende un voto in più" nella coalizione, oppure lui stesso se avrà un voto in più. Parole dovute o forse per non aprire un terreno di scontro inutile a oltre un mese dai veri giochi.