Il robot "sostenibile" diventa contadino
Sono definiti “agribot” e possono aiutare l’agricoltura ad essere più efficiente e sostenibile
La questione ambientale abbraccia ormai tutti i campi, anche - è il caso di dirlo - quelli coltivati. L’agricoltura è sempre più orientata al futuro e in un periodo in cui le risorse naturali sono minacciate la sostenibilità può essere la vera chiave di svolta, grazie al prezioso aiuto della tecnologia. Un esempio è quello degli “agribot”, dei robot agricoltori in grado di lavorare in modo del tutto autonomo nei campi. Dalla cura del terreno, alla semina fino alla raccolta, senza dimenticare ovviamente il monitoraggio: sono tantissime le operazioni che possono compiere queste macchine. Un mercato in netta crescita, che ha raggiunto i 6,3 miliardi di dollari, i prototipi che fino a poco tempo fa erano semplici esperimenti avanguardistici oggi sono in commercio e a disposizione di tutti. Ovviamente la supervisione umana resta fondamentale, ma grazie ai progressi tecnologici può avvenire anche a distanza. Oltre a rendere le operazioni più semplici e precise, gli agribotai aiutano le aziende soprattutto ad avere un impatto minimo sull’ambiente. I loro sensori possono rilevare la temperatura, il livello di umidità e le caratteristiche delle piante. Una volta raccolti, i dati vengono elaborati tramite l’intelligenza artificiale. In questo modo si possono risparmiare semi, acqua, nutrienti o altre sostanze, ottimizzare i processi produttivi e aumentare la qualità del cibo, tenendo sotto controllo parassiti e patogeni. Un aiuto importante a un settore in sofferenza e soprattutto alla natura, sempre più fragile.
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