RISPOSTA VIA SOCIAL

Jovanotti: "Al 'Jova Beach Party' niente lavoro nero né greenwashing'"

Dopo il blitz dell'ispettorato del lavoro e le accuse di rovinare con il suo show gli ecosistemi, l'artista ha voluto rispondere in maniera decisa

© Instagram

Con un diretta Instagram dal Lido di Fermo, Jovanotti ha deciso di intervenire direttamente per respingere accuse e sospetti circolati ultimamente sul suo "Jova Beach Party" che sta girando l'Italia. In particolare Jovanotti ha respinto le accuse di utilizzare lavoratori in nero circolate dopo il blitz del 3 agosto dell'ispettorato del lavoro, e ha replica anche a chi punta il dito sui rischi per l'ecosistema accusandolo di greenwashing.

"Quando è uscita la notizia dell'ispezione nel nostro cantiere secondo cui erano stati trovati lavoratori non in regola, mi sono preoccupato - ha affermato Jova accanto a Maurizio Salvadori della Trident, la società che organizza il "Jova Beach Party -. Il lavoro nero per me è una piaga enorme, una cosa molto seria". "Collaboriamo con 20 società che offrono servizi, dall'audio al palco, al facchinaggio - ha spiegato Salvadori - che oggi è difficile da trovare, perché dopo tre anni di Covid metà facchini specializzati hanno cambiato lavoro e oggi per trovare 700 facchini che ci servono dobbiamo farli arrivare anche da 200-300 km con i pullmann e da sei, sette, otto società diverse che noi conosciamo, che lavorano nell'abito della musica da anni se non da decenni, ed è impensabile che facciano lavorare in nero". Quanto ai 17 lavoratori non in regola, "le tre società interessate hanno oblato in dodici ore, sono risultate in norma e stanno lavorando nel cantiere, anche i 17 lavoratori sono qui e stanno lavorando". Jovanotti ha parlato di un vero e proprio "killeraggio": "Le agenzie sono uscite alle 19 ieri sera per non darci tempo di replicare - ha accusato -. E' un modo per provare a farti male, una tecnica collaudatissima che si utilizza perché poi, il giorno dopo, quando i giornali sono usciti, la replica è una notizia data due volte".

Poi è passato alla questione greenwashing. "Il 'Jova Beach Party' non è un progetto 'greenwash', parola che mi fa cagare, ma un lavoro fatto bene - ha tuonato visibilmente arrabbiato per questa accusa -. Non devastiamo niente, anzi, le spiagge noi non solo le ripuliamo le portiamo a un livello migliore di come le abbiamo trovate. E ce lo riconoscono tutte le amministrazioni con cui abbiamo lavorato. Greenwash è una parola finta, mi fa schifo anche chi la pronuncia. E' un hashtag e gli hashtag sapete dove dovete metterveli".

Poi ha chiuso sfidando i suoi accusatori: "Se pensate che il nostro non sia un lavoro fatto bene venite a verificare, non sparate fuffa - ha continuato -. Ci sono tutti gli strumenti legali e amministrativi per verificare quello che succede. Econazisti che non siete altro, continuate ad attrarre su di voi l'attenzione utilizzando la nostra forza, sono fatti vostri. Questo rimane un progetto fatto molto bene che tiene conto dell'ambiente. E' un progetto che parla di obiettivi di sostenibilità e ne realizza quelli che è in grado realizzare con gli strumenti che ci vengono messi a disposizione".