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Vaiolo delle scimmie, Lazio: "Presto pronti per il vaccino, saranno due dosi" | In Italia 505 casi, Ministero: "Possibili quarantene"

Il direttore dell'Istituto Spallanzani Francesco Vaia precisa: "Attendiamo le Linee guida ministeriali alle quali stiamo attivamente collaborando"

© Ansa

L'Istituto per le malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma sarà "presto pronto a partire con il vaccino del vaiolo delle scimmie e attende dal ministero le modalità di reclutamento". Lo comunica l'assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D'Amato, che spiega le modalità di somministrazione: "Si prevede una prima dose e a distanza di due-tre mesi il richiamo".

"Lo Spallanzani ha offerto la propria disponibilità a essere centro regionale di riferimento per la vaccinazione per il Monkeypox", ha dichiarato il direttore generale dell'Istituto di Malattie infettive, Francesco Vaia. "Abbiamo offerto, inoltre, la nostra expertise, anche con il contributo delle Associazioni, per una corretta campagna di informazione. Attendiamo le Linee guida ministeriali alle quali stiamo attivamente collaborando", ha aggiunto.

Circolare Ministero: "Possibili quarantene" - "In specifici contesti ambientali ed epidemiologici, sulla base delle valutazioni delle autorità sanitarie, potrebbe essere richiesta l'applicazione di misure quarantenarie". E' quanto si legge in una circolare del Ministero della Salute di aggiornamento della situazione sul vaiolo delle scimmie, per la segnalazione dei casi. "I contatti stretti devono essere identificati il prima possibile e informati della loro esposizione e del rischio di sviluppare l'infezione".  Per i contatti con esposizioni a basso rischio "è possibile adottare la sorveglianza passiva, autocontrollarsi e informare il proprio medico di famiglia". 

In Italia rilevati 505 casi - I casi di vaiolo delle scimmie in Italia sono arrivati a 505. L'infezione continua a svilupparsi quasi esclusivamente fra maschi (501) rispetto ai soli 4 casi fra donne, secondo l'ultimo bollettino del ministero della salute aggiornato a martedì 2 agosto. Sono 26 in più nel confronto con l'ultima rilevazione dì venerdì 29 luglio.  

Lombardia la più colpita - La maggior parte dei casi si registra in Lombardia (232), seguita dal Lazio (104), Emilia Romagna (57), Veneto (33), Piemonte (18) e Toscana (17). Sono 5 le regioni che non hanno ancora segnalato casi: Basilicata, Calabria, Molise, Umbria e Valle d'Aosta mentre le rimanenti 7 (comprese le province autonome di Bolzano e di Trento), contano meno di 10 casi. 

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